sabato 26 settembre 2015

Ilva 100miliardi ai padroni mentre 136 operai in contratto di solidarietà

Governo in campo per Taranto

Domenico Palmiotti SOLE24ORE

Il governo accelera sul Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto. È lo strumento previsto dalla legge 20 dello scorso marzo, al quale si affida il futuro dell'area - stressata dalla crisi Ilva - attraverso il recupero della Città vecchia, il rilancio del porto e dell'Arsenale della Marina Militare e l'avanzamento della bonifica ambientale nella parte esterna al siderurgico. Ieri a Palazzo Chigi, nel Tavolo istituzionale Taranto coordinato dal sottosegretario alla presidenza, Claudio De Vincenti, è stata presentata una prima bozza del Contratto. Ora la «road map» prevede che il 19 ottobre il Tavolo si riunisca di nuovo (a Taranto, in Prefettura) e che entro fine ottobre ci sia la stretta finale in modo da poter probabilmente portare il Contratto all'esame del Cipe già ai primi di novembre. Non è ancora noto se la firma del Contratto da parte dei soggetti coinvolti (ministeri, Regione Puglia, enti locali e Autorità portuale di Taranto) avverrà prima o dopo l'appuntamento del Cipe. Così come ieri non si è ancora discusso delle risorse finanziarie che alimenteranno il Contratto, «che utilizzerà certamente i fondi della nuova programmazione europea» specifica il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno.

È stato invece deciso di impostare un Contratto che abbia alcune caratteristiche. In primo luogo quella di accelerare la spesa degli interventi in corso o di prossimo avvio, relativamente ai settori individuati, mettendo anche in sicurezza le risorse che serviranno per il loro completamento. Inoltre, il Contratto «sarà flessibile e aperto, nel senso - dice ancora il sindaco - che ulteriori iniziative potranno essere aggiunte delegando poi ad un comitato tecnico il loro esame ai fini della finanziabilità».
«Non il libro dei sogni - dice il sottosegretario De Vincenti - ma interventi precisi, dotati di risorse precise, la cui realizzazione dovrà essere scandita da un cronoprogramma verificato periodicamente.
Il tutto nel nome della massima trasparenza perchè i cittadini hanno il diritto di conoscere quel che si fa, con quali mezzi lo si fa, di chi è la responsabilità». Il Contratto per Taranto, rileva la presidenza, andrà a confluire nel cosiddetto Masterplan per il Sud che si articolerà su otto regioni e sette città, una delle quali è appunto Taranto.
Porto e bonifica sono i capitoli più avanzati del Contratto in quanto ci sono progetti in corso. Invece sul recupero della Città vecchia di Taranto, dove il Comune ha presentato interventi per complessivi 67 milioni di euro, dovranno essere definiti progetti esecutivi e cronoprogramma rispetto alla proposta. Che è articolata su tre linee: messa in sicurezza degli edifici pubblici di pregio, rifacimento delle reti, valorizzazione degli stessi immobili. «Ma è anche importante che il Contratto salvaguardi i finanziamenti previsti ma non ancora spesi - rileva il commissario dell'Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete -. Parlo, per il porto, dei dragaggi e della diga foranea per il terminal container e delle altre opere del project financing della piattaforma logistica». Sull'Arsenale della Marina, invece, il sindaco ha portato al Tavolo - al quale ha partecipato anche il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi - il documento approvato dal Consiglio comunale col quale si chiede il mantenimento della funzione industriale dello stabilimento (manutenzione delle navi della Marina e apertura dei bacini navali ai privati). «L'Arsenale non può essere solo Museo di archeologia industriale», dice il sindaco.
L'invito al Tavolo è quindi quello di cercare le risorse necessarie all'adeguamento infrastrutturale per la mission produttiva. Il Contratto, invece, dovrebbe tenere insieme sia la valorizzazione delle parti museali dell'Arsenale (costruito oltre cento anni fa), che l'utilizzo, per l'attracco delle navi da crociera di medie dimensioni, della banchina del Mar Piccolo dismessa dalla Marina. A tal proposito l'Authority ha comunicato che è stato raggiunto un accordo con Marina e Comune dopo l'annuncio della dismissione fatto a luglio a Taranto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

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