La questione Ilva Taranto torna sempre in primo piano, e soprattutto si fa sentire la voce dei padroni che chiaramente temono un esito di "morte" della fabbrica siderurgica più grande in Europa e dei suoi effetti negativi a catena sul mercato interno e mondiale per gli interessi di tutti i padroni dell'acciaio e non.
I toni del pres. della Federacciai sono, se non fossero tragici, esilaranti: "I Riva eroi", "le morti di Taranto non sono ascrivibili all'Ilva", "i Riva hanno gestito molto bene le loro aziende" (su questo possiamo anche concordare, se però si chiarisce che le hanno gestite bene per i loro profitti).
I padroni chiaramente hanno interesse a far tornare in auge, in prossimità dell'avvio del processo dibattimentale a Riva e complici del 20 ottobre, il contrasto "antagonista" tra fabbrica e salute, per tornare a fare il lavoro sporco di divisione tra lavoratori e masse popolari, di ricatto verso gli operai, per tenerli buoni e dalla loro parte.
Noi, proletari comunisti, fin dall'inizio abbiamo detto che "nocivo è il capitale e non la fabbrica", "operai in fabbrica a difendere lavoro, salari e salute, padroni in galera - Che Riva paghi!". Che questa gravissima questione della salute di operai e abitanti di Taranto necessità di una rivolta prolungata e unitaria, che percorra anche nuove vie finora non percorse (perchè la prospettiva non può essere nè l'Ilva attuale, nè l'Ilva chiusa per avere una seconda tragica mega Bagnoli e decine di migliaia di disoccupati), nella coscienza scientifica che solo il potere in mano ai lavoratori, una società socialista potrà realmente risolvere la questione lavoro/salute, espropriando i padroni e consegnando agli operai le fabbriche.
Sosteniamo la manifestazione del 20 ottobre all'apertura del processo, perchè la lotta contro gli assassini di operai e masse dei quartieri non può essere lasciata nelle mani dei magistrati, e soprattutto perchè diventi chiaro che la questione Ilva/Taranto è terreno della necessaria guerra di classe, di lotta tra interessi dei proletari e masse popolari e interessi dei padroni, governo e Stato al loro servizio.
(Chi fa il "critico-critico" per, in realtà, non fare niente, chi non partecipa, non fa che dare una mano ai vari padroni, al governo, allo Stato dei padroni).
Circa gli elogi dei padroni a Riva, invitiamo a leggere e richiedere a pcro.red@gmail.com il dossier sulla vera storia di padron Riva
Ilva, Gozzi (Federacciai) «I Riva eroi e agnelli sacrificali
ROMA – "Anche l’incriminazione dei commissari dell’Ilva Enrico Bondi e Piero Gnudi è spiegabile con l'accanimento della magistratura nei confronti dell’Ilva e con un rigore eccessivo rispetto alla realtà delle cose". Così Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e ad di Duferco, in un’intervista. Per Gozzi "lo scopo finale della magistratura sarebbe di chiudere l’Ilva, provocando danni importanti all’industria italiana e all’occupazione in Puglia".
"Da parte di settori dell’opinione pubblica, e anche da parte di qualche sostituto procuratore o giudice delle indagini preliminari, si pensa che nel rapporto costi/benefici della situazione tarantina sarebbe meglio che l'Ilva fosse chiusa"... Gozzi prende le difese della famiglia Riva, definiti sia "eroi" e "agnelli sacrificali".
Per Gozzi, che non ritiene le morti a Taranto ascrivibili all’Ilva, i Riva sono: "bravi imprenditori per quello che hanno fatto in 50 anni di storia, gestendo molto bene le loro aziende. Per esempio, sono i primi ad aver introdotto la colata continua in Italia".
Per Gozzi, che non ritiene le morti a Taranto ascrivibili all’Ilva, i Riva sono: "bravi imprenditori per quello che hanno fatto in 50 anni di storia, gestendo molto bene le loro aziende. Per esempio, sono i primi ad aver introdotto la colata continua in Italia".
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