Si porta a conoscenza il “protocollo di sicurezza sul
lavoro” firmato ieri da Cgil, Cisl, Uil e governo. Leggi il testo del protocollo condiviso
Chiediamo proprio agli operai di dirci il loro parere e soprattutto se queste misure sono o no sufficienti, e se vengono applicate o meno. Più degli operai chi può dire cosa serve per la difesa della loro salute?
Non dimentichiamo mai che anche questa è una lotta, una lotta di classe, con padroni, e anche governo, che vogliono comunque salvaguardare la produzione e i loro profitti, tagliare i costi per la sicurezza, e i lavoratori invece devono battersi per salvaguardare la propria salute e quella dei famigliari, impedendo nello stesso tempo che, con la scusa del coronavirus, l’azienda peggiori o metta a rischio salari e lavoro.
Lunedì 16 comunque lo sciopero deve rimanere; perchè senza garanzia e verifica dell’attuazione di tutte le misure necessarie per la salute, in fabbrica non si rientra.
Se non vengono attuate rigidamente le misure di salvaguardia della salute dei lavoratori, anche nei giorni successivi bisogna fermarsi, fare sciopero senza aspettare l’indizione sindacale, così come sta avvenendo in altre fabbriche.
Non bastano poi le misure di sicurezza, occorre stare il meno possibile in fabbrica, riducendo la produzione e al massimo la presenza degli operai e attuando per tutti una riduzione dell’orario di lavoro. ma garantendo il salario al 100% e con la garanzia assoluta e formale che ArcelorMittal e le aziende dell’appalto non approfittino del coronavirus per lasciare fuori, mettere in cig, o peggio licenziare, anche dopo l’emergenza.
Gli operai in alcune fabbriche stanno anche ponendo, sia una riduzione della produzione sia dove è possibile una riconversione della produzione, per porla al servizio delle necessità della sanità (che sta scoppiando su tutti i fronti), della costruzione di ospedali, di presidi sanitari, di attrezzature, macchinari, strumentazione sanitaria al servizio delle masse, dei malati, dei medici, infermieri, ecc. MA, COME DICONO GLI OPERAI SLAI COBAS SC DELLA DALMINE DI BERGAMO, UNA PRODUZIONE SOCIALE SI PUO' IMPORRE SOLO CON IL POTERE NELLE MANI DEGLI OPERAI, CON UN GOVERNO OPERAIO CHE METTE AL PRIMO POSTO IL BENE COMUNE DELLA POPOLAZIONE, CHE DALL'OGGI AL DOMANI E QUANDO SERVE IMPONE ALLE FABBRICHE DI CONVERTIRE LA PRODUZIONE E FINALIZZARLA AD UN SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe a fronte della gravissima situazione posta dall'emergenza sanitaria coronavirus ritiene di dover svolgere ogni attività a tutela della salute, della sicurezza, del lavoro e del salario di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, in tutte le forme necessarie, fatte salve le precauzioni imposte dai decreti sul versante sanitario.
Lo Slai cobas sc sta richiedendo nei posti di lavoro dove è presente, in particolare appalti comunali, pulizie Amat, cimitero, l'assoluta rigida attuazione delle misure di tutela dei lavoratori, in termini di mascherine, dispositivi individuali di sicurezza, osservanza delle distanze, ecc. In caso queste mancano, i lavoratori si devono fermare, sospendere il lavoro e il salario deve essere integralmente tutelato per tutto il tempo necessario. Lì dove i lavoratori sono mandati a casa, questo deve avvenire senza perdere alcuna voce della retribuzione, e non con l’utilizzo di ferie forzate.
Gli attivisti sindacali dello Slai cobas sono a disposizione; proprio in questo clima di salute pubblica hanno il diritto/dovere di muoversi, andare alla fabbrica, sui posti di lavoro, con tutte le misure sanitarie necessarie, a tutela del bene comune e senza che alcun ostacolo venga posto alla loro azione. E' indicato un numero di sportello aperto a cui i lavoratori possono riferirsi 3475301704.
Vanno utilizzate tutte le forme di comunicazione telematica, non solo per l'informazione ma per garantire la normale attività di riunioni e decisioni collettive.
Comunque la sede sarà aperta in giorni e fasce orarie indicate di volte in volta per tutto il periodo di emergenza. Per la prossima settima è MARTEDI' 17 MARZO, DALLE 17,30 ALLE 19,30 Via Livio Andronico, 47 Taranto. Ribadiamo che tutte le prescrizioni sanitarie esistenti saranno scrupolosamente osservate.
Leggi il testo del protocollo condiviso
Chiediamo proprio agli operai di dirci il loro parere e soprattutto se queste misure sono o no sufficienti, e se vengono applicate o meno. Più degli operai chi può dire cosa serve per la difesa della loro salute?
Non dimentichiamo mai che anche questa è una lotta, una lotta di classe, con padroni, e anche governo, che vogliono comunque salvaguardare la produzione e i loro profitti, tagliare i costi per la sicurezza, e i lavoratori invece devono battersi per salvaguardare la propria salute e quella dei famigliari, impedendo nello stesso tempo che, con la scusa del coronavirus, l’azienda peggiori o metta a rischio salari e lavoro.
Lunedì 16 comunque lo sciopero deve rimanere; perchè senza garanzia e verifica dell’attuazione di tutte le misure necessarie per la salute, in fabbrica non si rientra.
Se non vengono attuate rigidamente le misure di salvaguardia della salute dei lavoratori, anche nei giorni successivi bisogna fermarsi, fare sciopero senza aspettare l’indizione sindacale, così come sta avvenendo in altre fabbriche.
Non bastano poi le misure di sicurezza, occorre stare il meno possibile in fabbrica, riducendo la produzione e al massimo la presenza degli operai e attuando per tutti una riduzione dell’orario di lavoro. ma garantendo il salario al 100% e con la garanzia assoluta e formale che ArcelorMittal e le aziende dell’appalto non approfittino del coronavirus per lasciare fuori, mettere in cig, o peggio licenziare, anche dopo l’emergenza.
Gli operai in alcune fabbriche stanno anche ponendo, sia una riduzione della produzione sia dove è possibile una riconversione della produzione, per porla al servizio delle necessità della sanità (che sta scoppiando su tutti i fronti), della costruzione di ospedali, di presidi sanitari, di attrezzature, macchinari, strumentazione sanitaria al servizio delle masse, dei malati, dei medici, infermieri, ecc. MA, COME DICONO GLI OPERAI SLAI COBAS SC DELLA DALMINE DI BERGAMO, UNA PRODUZIONE SOCIALE SI PUO' IMPORRE SOLO CON IL POTERE NELLE MANI DEGLI OPERAI, CON UN GOVERNO OPERAIO CHE METTE AL PRIMO POSTO IL BENE COMUNE DELLA POPOLAZIONE, CHE DALL'OGGI AL DOMANI E QUANDO SERVE IMPONE ALLE FABBRICHE DI CONVERTIRE LA PRODUZIONE E FINALIZZARLA AD UN SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe a fronte della gravissima situazione posta dall'emergenza sanitaria coronavirus ritiene di dover svolgere ogni attività a tutela della salute, della sicurezza, del lavoro e del salario di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, in tutte le forme necessarie, fatte salve le precauzioni imposte dai decreti sul versante sanitario.
Lo Slai cobas sc sta richiedendo nei posti di lavoro dove è presente, in particolare appalti comunali, pulizie Amat, cimitero, l'assoluta rigida attuazione delle misure di tutela dei lavoratori, in termini di mascherine, dispositivi individuali di sicurezza, osservanza delle distanze, ecc. In caso queste mancano, i lavoratori si devono fermare, sospendere il lavoro e il salario deve essere integralmente tutelato per tutto il tempo necessario. Lì dove i lavoratori sono mandati a casa, questo deve avvenire senza perdere alcuna voce della retribuzione, e non con l’utilizzo di ferie forzate.
Gli attivisti sindacali dello Slai cobas sono a disposizione; proprio in questo clima di salute pubblica hanno il diritto/dovere di muoversi, andare alla fabbrica, sui posti di lavoro, con tutte le misure sanitarie necessarie, a tutela del bene comune e senza che alcun ostacolo venga posto alla loro azione. E' indicato un numero di sportello aperto a cui i lavoratori possono riferirsi 3475301704.
Vanno utilizzate tutte le forme di comunicazione telematica, non solo per l'informazione ma per garantire la normale attività di riunioni e decisioni collettive.
Comunque la sede sarà aperta in giorni e fasce orarie indicate di volte in volta per tutto il periodo di emergenza. Per la prossima settima è MARTEDI' 17 MARZO, DALLE 17,30 ALLE 19,30 Via Livio Andronico, 47 Taranto. Ribadiamo che tutte le prescrizioni sanitarie esistenti saranno scrupolosamente osservate.
Leggi il testo del protocollo condiviso
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