martedì 10 marzo 2020

Anche al carcere di Taranto: No divieto di colloqui, SI amnistia e misure alternative al carcere

Rappresentanti dello Slai cobas per il sindacato di classe questa mattina sono stati al carcere di Taranto per portare la solidarietà alla protesta di ieri dei alcuni familiari di detenuti.
Hanno parlato con familiari - in tanti in attesa ai cancelli. Permane il divieto di entrata nel carcere dei familiari per i colloqui; possono solo far entrare borse e pacchi. Ma ora anche per questo c'è un sistema vessatorio di controlli che fa sì che i familiari possono entrare ad uno ad uno, con donne, figlie, ecc. che stanno ore ed ore ad aspettare il proprio turno.
Oggi all'interno la situazione era tranquilla. E' stata data ai detenuti solo la possibilità di fare telefonate più lunghe ai propri familiari, di 20 minuti, invece che cinque. 

Il carcere di Taranto è tra i più sovraffolati d'Italia, ma mentre i detenuti possono continuare a stare uno sull'altro nelle celle, si vietano i colloqui con i familiari, per cui sarebbero possibili misure di protezione.
Nonostante le proteste avvenute in tante carceri ieri, nel decreto del governo nulla si decide per migliorare la situazione dei detenuti, anche in questa emergenza. Gli unici interventi sono repressivi.
Questo incancrenisce una situazione già di carcere - come abbiamo nei mesi scorsi denunciato - "assassino, di tortura".

Deve essere attuata urgentemente un'amnistia sociale, depenalizzazione di reati, e altre misure.
Péer questo devono mobilitarsi a Taranto, come a livello nazionale, anche rompendo i divieti, sindacati di base, realtà contro la repressione, movimenti di lotta, giuristi democratici.

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