Il comunicato portato alla fabbrica ieri |
Da Corriere di Taranto
Ex Ilva, sindacati: rivedere decreto prefettizio, lavoratori a rischio
Dopo il primo caso di positività al Covid-19, le organizzazioni
sindacali denunciano la superficialità di azienda e Confindustria
Durante l’incontro le OO.SS. hanno ribadito “la necessità di ridurre ulteriormente la presenza dei lavoratori all’interno dello stabilimento di Taranto e di andare oltre il decreto prefettizio che prevede un numero complessivo di 3500 lavoratori diretti e 2000 dell’appalto. Riteniamo che tale numero deve essere ulteriormente ridotto per garantire il contenimento del contagio da COVID-19, soprattutto a seguito del caso accertato di un nostro collega, a cui vanno i nostri auguri di pronta guarigione. Infatti, su tale emergenza abbiamo chiesto all’azienda quale fosse il piano anti Covid e quali le contromisure, esigibili da subito, su indicazione della ASL competente come da protocollo”.
“Risulta altresì imbarazzante l’impostazione aziendale che continua a celarsi dietro la copertura del provvedimento prefettizio e continua a tergiversare sul come intervenire rispetto a questa emergenza sanitaria” si legge nella nota unitaria.
“Inoltre riteniamo, viste le informazioni fornite dall’azienda, che lo stesso protocollo sanitario non sia stato correttamente applicato – denunciano le organizzazioni sindacali -. Infatti, per stessa ammissione aziendale, un numero non ben definito di lavoratori sia diretti che di appalto, nei giorni precedenti ha avuto contatti con il lavoratore risultato positivo. Tale situazione ha determinato la quarantena per i lavoratori in turno con il dipendente contagiato, ma non per coloro che di fatto, sono stati a contatto nelle giornate precedenti“.
Inoltre, “segnaliamo che scarseggiano prodotti igienizzanti, mascherine e salviettine monouso oltre a diverse segnalazioni su igienizzazioni che, ad oggi, risultano inevase” prosegue la nota.
Tra l’altro, “a dimostrazione della superficialità con cui l’azienda e Confindustria stanno affrontando l’emergenza coronavirus, registriamo una presenza dei lavoratori dell’appalto pari a 2020, solo nel primo turno, che va ben al di sopra di quanto previsto dal decreto prefettizio. La presenza, di fatto, aumenterà sommando i dati di secondo e terzo turno. Infatti, Confindustria avrebbe dovuto garantire la riduzione del personale del 25%, così come comunicato da Arcelor Mittal in una nota del 27.03.2020″ denunciano ancora i sindacati.
Inoltre, “l’azienda all’incontro ha utilizzato un approccio superficiale e sprezzante rispetto ad un argomento delicato e complesso come sul tema della salute – lamentano Fiom, Fim, Uilm e Usb -. Per tale ragioni chiediamo a tutte le istituzioni ed enti una convocazione urgente, al fine di rivedere il documento prefettizio, per garantire a tutti i lavoratori il diritto alla salute che per noi viene prima della produzione. In assenza di una celere convocazione, non escludiamo azioni di protesta. Bisogna agire subito!”.
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