Quest’oggi si è aggiornato il tavolo tra la Direzione ArcelorMittal Italia e le segreterie provinciali ed RSU di Fim, Fiom, Uilm, Usb ed Ugl in merito a quanto stabilito nella riunione del 16 marzo, per il controllo della diffusione del virus Covid-19.
“Attualmente sono mediante presenti tra i 3600 e 3800 lavoratori, così distribuiti nei tre turni: 1 turno 2100; 2 turno 800/900; 3 turno 450/500 – informano dalla Fiom Cgil di Taranto Giuseppe Romano e Francesco Brigati -. Sono state programmate le fermate di AFO/2, prevista il 20/03, e di ACC/1, prevista il 23/03“.
“Sono in arrivo le maschere ABEKP3, inoltre, lunedì arriveranno ulteriori 12000 mascherine che, a differenza dell’ultimo approvigionamento in cui è stato necessario dirottarle verso il sistema sanitario pubblico, saranno destinate al personale ArcelorMittal – si legge nella nota -. L’azienda ha comunicato che procederà all’interruzione della procedura di proroga della CIGO è attiverà la cassa integrazione, così come previsto dal decreto-legge sulla sospensione dei licenziamenti, utilizzo degli ammortizzatori sociali, congedi, sostegni al reddito, per il contenimento della diffusione e contagio da covid-19″.
“Si evidenziano ancora criticità in relazione alla pulizia degli spogliatoi, dei refettori e dei pulpiti, abbiamo, pertanto, chiesto di implementare il servizio di pulizia e sanificazione. In riferimento alla rilevazione della temperatura corporea l’azienda ha comunicato che, ad oggi, non ci sono stati lavoratori con temperatura corporea pari o superiore a 37,5. 
Nella giornata di lunedì 23/03 ci sarà un focus con i RSU dell’area Acciaieria e martedì 24/03 ci sarà un focus con le segreterie provinciali e RSU. 

da Rizzo USB
“Altra comunicazione importante quella che riguarda la richiesta di cassa integrazione fatta da Arcelor Mittal per 5.000 lavoratori. Presumibilmente si partirà dal 1 aprile.
Diversi incontri già programmati tra oggi e lunedì con le ditte dell’appalto. “Con quasi tutte si è convenuto di chiedere la cassa integrazione per la totalità dei lavoratori, ipotizzando all’inizio l’attivazione per una percentuale che va dal 30 al 40%, per poi estenderla alla restante parte”.
“della decisione di Mittal di gestire il lavoro attraverso le comandate allargate, non concordate col sindacato ma, secondo quanto dichiarato dall’azienda, con il custode giudiziale, chiediamo un incontro chiarificatore proprio all’ingegnere Barbara Valenzano. Conoscendo la dottoressa Valenzano, ritengo poco credibile la possibilità che abbia accettato un’operazione di questo tipo, ma attendiamo un incontro per chiarire questo punto e per chiedere inoltre aggiornamenti sulla possibilità che Arcelor Mittal abbia stilato, pur non avendo ancora presentato nulla alle organizzazioni sindacali, un programma in merito alla procedura d’emergenza rispetto al problema rappresentato dal Covid-19, nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare ulteriormente