mercoledì 11 marzo 2020

Coronavirus in fabbrica - Gli operai ArcelorMittal non si sentono tutelati. Anche questa mattina denunce alle portinerie

Al rischio salute "ordinario" si aggiunge ora dover lavorare, muoversi, in fabbrica senza adeguate misure d'emergenza per il coronavirus. Gli operai in generale stamattina denunciavano la mancanza di mascherine, di controlli sanitari, di informazione adeguata, ecc. in una situazione in cui continuano a lavorare fianco a fianco. Lo Slai cobas per il sindacato di classe, come sta facendo in altre aziende, anche all'ArcelorMittal ha inviato una diffida in cui chiede:
- di dotare urgentemente tutti i lavoratori di mascherine adeguate al problema coronavirus e di guanti e di ogni altro DPI a salvaguardia della loro salute - eventualmente modificando e adeguando il piano di valutazione rischi precedente;
- di effettuare controlli sanitari verso tutti i lavoratori e di fornire ai lavoratori un riferimento certo e reperibile in ogni momento, H24, di medico e postazione sanitaria in fabbrica, a cui i lavoratori che sul posto di lavoro acusassero dei sintomi possano immediatamente rivolgersi,
- nel caso che dei lavoratori siano costretti a stare a casa per la tutela loro e degli altri operai, questi non devono perdere nessun giorno di retribuzione,
- NO ferie forzate, No cassintegrazione se non integrata al 100%.

Non ripetiamo ma sosteniamo le richieste fatte dai sindacati confederali e Usb di cui riportiamo alcune segnalazioni: 
ci sono moltissimi #lavoratori alla stessa ora nei pullman.
Negli spogliatoi, gli armadietti sono un accanto all’altro, quindi inevitabilmente non vengono osservate le distanze di sicurezza e si creano assembramenti; centinaia e centinaia di lavoratori, diretti e dell’appalto, si ritrovano spesso molto vicini.
Ci risulta inoltre che per quel che riguarda il rifornimento delle merci in magazzino, entrano autotrasportatori provenienti da diversi luoghi. Nello specifico abbiamo chiesto che la direzione di ArcelorMittal adotti idonee misure atte a non consentire l’ingresso del personale» proveniente dalle zone rosse, che siano «garantite le attività di sanificazione straordinaria degli ambienti in cui è previsto una maggior affluenza di lavoratori, ovvero mense, refettori, spogliatoi, servizio sanitario e autobus interni e che le zone di assembramento siano gestite garantendo la distanza di un metro».
Verifiche e screening accurti 

La direzione ArcelorMittal ha informato che avrebbe adottato alcune misure:
- nuove modalità per la distribuzione del pasto ai turnisti sugli impianti;
- modificati gli orari di accesso alle mense per normalisti, impiegati;
- una task force sanitaria e un servizio medico con numero di telefono 0994812598;
- cancellazione delle trasferte nazionali e internazionali;
- sanificazione e igienizzazione dei luoghi di aggregazione e di transito (infermeria, mense, refettori di reparto, spogliatoi, pulpiti, portinerie;
- ingressi frazionati nei refettori;
- sanificazione dei bus interni ad ogni cambio turno, e dimezzamento della loro capienza;
- solo il personale della vigilanza, delle portinerie,i magazzinieri, gli spedizionisti vengono dotati di mascherine con filtro

Su queste misure, prima di tutto pensiamo che operai e delegati devono controllare se vengono effettivamente attuate; secondo, esse risultano comunque aldi sotto delle necessità, in particolare per quanto riguarda la dotazione di mascherine a tutti i lavoratori, un controllo sanitario generale, specifico versotutti i lavoratori, la permanenza H24 di una postazione medica in fabbrica. 
Non si dice nulla sulla tutela retributiva dei lavoratori che fossero costretti a rimanere a casa. 

Nessun commento:

Posta un commento