Tratto per info da slai cobas per il sindacato di classe

“un lavoratore anonimo ha mandato una mail interna in cui informa che nel cantiere della portaerei Cavour nel bacino dell’Arsenale della Marina Militare di Taranto si continua a operare. E questo accade mentre tutti i siti Fincantieri d’Italia restano chiusi e i lavoratori sono stati messi in ferie forzate. Ma quella, come altre, non è certo un’attività che ha il carattere dell’urgenza”
Si  fa ovviamente riferimento ai lavori di manutenzione e ammodernamento della portaerei Cavour. La nave, costruita da Fincantieri e in servizio dal 2009, è infatti in manutenzione a Taranto da quasi due anni. Il 26 novembre scorso è uscita dal bacino di carenaggio dopo aver ultimato
alcune attività iniziate nel luglio scorso. La chiusura dei lavori era prevista proprio per questa primavera. Secondo il lavoratore anonimo e la Fiom quindi, sembrerrebbe che Fincantieri e Marina Militare, nonostante la pandemia, vogliano seguire la tabella di marcia stabilita.
Il lavoratore anonimo ha inoltre dichiarato che oramai i lavori sarebbero ultimati e mancherebbero soltanto dettagli nell’arredamento. Il problema è tutto sanitario, visto che “sulle navi non si può certo stare a metro di distanza, e poi a Taranto la situazione è anche peggiore, perché a bordo ci sono pure gli uomini della Marina. Fino alla scorsa settimana i militari erano addirittura 500, ora sono stati più che dimezzati. Non abbiamo nemmeno dispositivi di protezione e non è stata fatta alcuna sanificazione. D’altronde, su un nave si tratta di un’operazione davvero complicata” afferma il lavoratore intervistato dal sito rassegna.it della Cgil.
Lo stesso lavoratore ricorda che la maggior parte dei lavoratori è impiegata in ditte dell’appalto. “Siamo quasi tutti operai di ditte locali, e siamo i più indifesi”. In realtà, alcune aziende hanno anche opposto resistenza e alla fine se ne sono andate, rimettendoci parecchi soldi. Ma la maggior parte hanno deciso di rimanere – racconta ancora -. Fincantieri e Marina non ci hanno comunicato nulla, come se nel mondo non ci fosse una pandemia e la gente non morisse intorno a noi. In sostanza, ci hanno messo davanti a un aut aut: se non completiamo le lavorazioni, le aziende potrebbero essere costrette a pagare una penale e potrebbero anche chiudere, così i lavoratori in appalto rischierebbero di non prendere lo stipendio. No, non ci sono le condizioni per continuare a lavorare, ma ce l’hanno praticamente imposto”. “Circa 200 operai, quindi, restano esposti al rischio di contagio da Coronavirus. Secondo me – conclude – si sta andando avanti anche perché siamo in un cantiere relativamente piccolo, che non occupa migliaia di persone come gli altri. Ed è anche un po’ nascosto. Si nota meno, insomma”.

La replica di Fincantieri... se non credete a me credete a mia moglie... La Prefettura

“A beneficio di un’informazione corretta sono doverose e indispensabili alcune precisazioni. Attualmente nel cantiere allestito presso l’Arsenale della Marina Militare a Taranto, dove stiamo operando per alcuni lavori di aggiornamento dell’ammiraglia “Cavour”, sono operativi meno di 40 operai, di cui solamente 10 sono impiegati all’interno della nave. Anche la Marina Militare ha adottato le misure di protezione a tutela dell’equipaggio della nave, riducendo la presenza del personale a quello strettamente necessario alle attività in corso e adottando i requisiti previsti per la sicurezza dello stesso personale addetto ai lavori” si legge nella nota di Fincantieri.
“Detto ciò, i lavori in corso si stanno effettuando nel pieno rispetto delle misure di prevenzione ormai note a tutti e peraltro le attività in questa fase sono dedicate a ripristinare la piena efficienza di nave Cavour che, proprio in questo momento di grave emergenza nazionale, rappresenta una risorsa fondamentale al servizio del paese anche per un eventuale impiego in supporto alla popolazione civile. A riprova di ciò si consideri inoltre che la Prefettura di Taranto ha autorizzato il proseguimento di queste attività fino al 3 aprile per permettere a tutti i lavoratori di operare secondo le stringenti disposizioni governative in vigore – prosegue Fincantieri -. È biasimevole che, venendo meno ai più basilari princìpi di correttezza deontologica, chi ha firmato l’articolo non si sia sentito in dovere di verificare, con l’azienda o con la stessa Marina Militare, i fatti riferiti dal Signor D’Andrea e da una fonte anonima. Se ciò fosse avvenuto, si sarebbe reso un miglior servizio ai lettori in un momento così delicato”.