Abbiamo già detto che all'Ilva il rischio salute e vita è maggiore di prima, come l'ultimo grave infortunio di Andrea Incalza e i recenti incidenti stanno dimostrando. Questi sono essenzialmente oggi frutto di una situazione interna che a vecchie e "ordinarie" mancanze di sicurezza unisce il clima attuale all'insegna della provvisorietà e del peggioramento delle procedure e organizzazione dei lavori, all'ombra di "lavori per l'Aia" (non fatti) ma usati per giustificare un clima di interventi fatti senza andare troppo per il sottile sul fronte pianificazione/controlli sicurezza - di cui l'accordo Bondi-OO.SS del 14 gennaio scorso sulla lunga procedura da seguire da parte degli Rls a fronte di pericoli in corso, è un esempio.
Chiaramente questo si unisce alla politica generale di padroni e governi che considerano la sicurezza dei lavoratori un "lusso che non possiamo permetterci" e un costo da tagliare.
Per questo, se si fanno, come è stato anche per Andrea, scioperi "dovuti" ma poi non si continua a lottare per imporre profonde modifiche alla situazione attuale, la situazione non cambia e avremo altri infortuni.
La Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, promossa anche dallo Slai cobas per il sindacato di classe, pone da tempo su questo terreno la necessità di rivendicare profonde modifiche, che tutte insieme possano essere un freno agli infortuni e attacco alla salute sul lavoro.
Oggi affrontiamo quelle sugli RLS.
La prima questione è il netto aumento del numero degli RLS sopra i 100 dipendenti (attualmente è previsto 1 Rls fino a 200 lavoratori e, al massimo, 6 per aziende oltre i 1000 lav.; quindi anche in aziende come l'Ilva di Taranto in cui vi sono circa 12mila lavoratori! Il che rende quasi dei fantasmi gli Rls anche lì dove dovessero comportarsi bene.
Elezione diretta degli Rls da parte dei lavoratori, con il criterio tutti elettori e tutti eleggibili. Oggi invece gli Rls vengono nominati dai sindacati, questo rende il delegato alla sicurezza condizionato dalla linea e dalle decisioni delle segreterie sindacali, con la conseguenza che risponde più queste e non ai lavoratori. In Ilva quei 2/3 Rls quando hanno fatto il contrario sono stati boicottati dalla segreteria Fiom.
Gli Rls devono poter interrompere la produzione quando ci sono gravi rischi non evitabili. Questa norma che in passato c'era è stata cancellata. In Ilva gli Rls possono solo segnalare all'azienda.
Gli Rls devono avere piena agibilità nelle aziende secondo le necessità e quindi senza porre limiti di tempo. Questa agibilità di fatto non esiste. Con l'accordo fatto in Ilva agli Rls, già pochissimi, è fatto divieto di spostarsi dalla loro area di competenza e possono contare su pochissime ore di permesso all'anno.
Gli Rls devono poter intervenire in via preventiva sulla valutazione dei rischi. Oggi gli Rls pur avendo il diritto di avere il documento di valutazione dei rischi, non hanno, di fatto, il potere di entrare nel merito preventivamente in questa valutazione.
Vi deve essere l'esplicito divieto di licenziare gli Rsl durante il loro mandato e nei due anni successivi. Questo è essenziale proprio in realtà come l'Ilva che già negli anni passati ha tentato di licenziare i 2/3 Rls che facevano solo il loro dovere.
SIA CHIARO, QUINDI. GIA' ALL'ILVA QUEI POCHI RLS NON FANNO IL LORO DOVERE; MA ANCHE QUELLI CHE FANNO "IL LORO DOVERE" DEVONO CAPIRE CHE NON BASTA!!
QUESTO ALL'ILVA SIGNIFICA SINDACATO DI CLASSE!
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