Più di 50 compagni, anarchici, prevalentemente di Lecce, ma anche della provincia di Taranto hanno fatto un presidio questo pomeriggio dalle 14,30 alle 18 davanti al carcere di Taranto.
Si sono susseguiti interventi, musica che sono arrivati dentro le celle del carcere dando un pò di luce ai detenuti che hanno salutato dalle inferriate sventolando stracci.
Il presidio era per denunciare la situazione di invivibilità del carcere di Taranto (come di tutte le carceri), il più delle volte nascosta e che appare sulla stampa solo quando vi sono delle proteste come il 22 novembre scorso o vi sono dei tentativi di suicidio.
Anche a Taranto, sovraffollamento, sporcizia, servizi igienici che servono solo a far venire infezioni, malati non curati, con patologie infettive ma messi insieme a persone sane, forte speculazione sui prezzi delle merci, ecc.
Gli anarchici hanno denunciato uno Stato assassino che nel 2013 ha portato a 148 morti nelle carceri, una parte fatti passare per "suicidi" ma che sono di fatto omicidi. E hanno lanciato l'appello fatto da vari detenuti nelle carceri per una mobilitazione in tutte le città dal 5 al 20 aprile 2014.
A Taranto hanno denunciato i compagni di proletari comunisti, l'aumento dei detenuti è strettamente legato all'estremo peggioramento delle condizioni di vita: mancanza di lavoro, impossibilità di reddito per tante persone. Quindi, della situazione a taranto sono direttamente responsabili le Istituzioni che negando lavoro, case, reddito, speranza, danno come unico prospettiva la micro criminalità, il piccolo spaccio.
Ed è sempre la maledetta politica dei Palazzi che sta creando il terreno favorevole alla ripresa della grande criminalità a Taranto, che punta ad arraffare appalti, e a imbastardire il clima generale.
Contro questa situazione, la lotta dei Disoccupati Organizzati a Taranto per il lavoro e il salario garantito costituisce attualmente l'unica risposta effettiva a forme di disperazione, di micro illegalità.
Proletari comunisti, portando il proprio appoggio al presidio, ha posto la necessità di unire e coordinare le iniziative contro la repressione, a partire dalla giornata nazionale di lotta del 22 febbraio, che dovrà vedere anche a Taranto e in Puglia una mobilitazione.
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