"ArcelorMittal, la multinazionale franco-indiana, starebbe
valutando la possibilità di intervenire nel capitale del gruppo
siderurgico italiano. Già l'anno scorso alcuni emissari si erano
mossi per contattare la famiglia Riva, che però aveva fatto cadere
ogni abboccamento.
Adesso, che il quadro regolatorio è ormai
definito con la trasformazione in legge del decreto sull'Ilva e con
una ritrovata centralità della famiglia Riva dopo il dissequestro
dei suoi beni da parte della Cassazione, la multinazionale avrebbe
deciso di tornare a guardare con rinnovata attenzione dentro al
gruppo che ha nell'acciaieria di Taranto il suo perno. Anche perché
la road map appare chiara: entro il 28 febbraio dovrebbe vedere la
luce il piano ambientale, a cui seguirà il piano industriale redatto
dal commissario Enrico Bondi secondo una impostazione basata sulla
riconversione al metano. A quel punto, serviranno i soldi. Il conto è
già stato fatto. Dei tre miliardi che servono per realizzare i due
piani, che sono perfettamente integrati, le banche ne metteranno 2,3
(1,7 per gli investimenti, 600 milioni per il circolante). Per
intervenire in maniera tanto rilevante, gli istituti di credito si
aspettano però che altri 700 milioni provengano dagli azionisti.
Chiunque essi siano.
I franco-indiani preferirebbero entrare nella
società rilevando una parte o tutto il pacchetto della famiglia
lombarda prima che si tenga l'assemblea straordinaria in cui il
commissario Bondi dovrebbe lanciare l'aumento di capitale. La ratio
strategica di ArcelorMittal sarebbe infatti quella di impedire, con
una relativa rapidità, che l'Ilva si trasformi in una porta di
accesso all'Europa per i colossi cinesi e russi, che resta la
maggiore area manifatturiera del mondo. E Taranto potrebbe proprio
servire a questo.
In ogni caso, ora che il quadro regolatorio
appare più nitido e ora che i Riva sono tornati nella piena
disponibilità dei loro beni, non stupisce che grandi gruppi inizino
a studiare - in maniera operativa - il dossier, che ha come perno la
maggiore acciaieria europea. Una grande fabbrica che, al di là dei
problemi ambientali che verranno risolti con l'applicazione dell'Aia
e al netto di ogni ipotesi di riconversione al metano, già con la
gestione Riva aveva livelli di produttività puramente industriale
più alti rispetto agli standard europei, una spanna sopra a quelli
tedeschi.." (da Sole 24 Ore)
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