venerdì 7 febbraio 2014

Sempre gravi le condizioni di Andrea - sciopero con riuscita faticosa all'ILVA - ma serve un'altra strada!

Ilva, un incidente evitabile E-mail
da tarantooggi
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Ancora un incidente all'Ilva. L'ennesimo di una lunga serie di cui abbiamo oramai perso il conto. Testimonianza pratica di come il più grande siderurgico d'Europa continui ad essere in balia degli eventi dove, di fatto, il controllo di ciò che avviene all'interno della fabbrica è affidato ad un demiurgo invisibile più che distratto. Come abbiamo più volte scritto su queste colonne infatti, la cosa che più preoccupa è che questa specie di roulette russa che coinvolge migliaia di lavoratori ogni giorno, può colpire indistintamente in qualunque momento e in qualsiasi reparto. Il tutto, dunque, si ricollega ancora una volta al discorso della sicurezza dei lavoratori, degli impianti su cui si lavora e dei mezzi usati per svolgere ogni singola attività. E di una manutenzione e di un controllo del tutto assenti.
Questa volta la vittima è giovanissima. Un lavoratore di appena 22 anni, Andrea Incalza, dipendente della ditta Castiglia S.R.L. di Massafra, che opera nell'appalto dell'Ilva e si occupa di pulizie industriali, più precisamente di servizi ecologici e stoccaggio. L'operaio ieri mattina era alla guida di un carrello meccanico semovente (meglio conosciuto con il nome di muletto), sulla strada che parte dal reparto Tubificio 2 e porta ad un'area a mare. La strada in discesa, l'asfalto bagnato, una mossa azzardata o un improvviso guasto al mezzo: uno di questi fattori, o più insieme, han fatto sì che il mezzo si ribaltasse, trascinando con sé il giovane Incalza, rimasto incastrato con le gambe sotto il muletto che l'ha trascinato con sé per diversi metri.

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