sabato 22 febbraio 2014

I marò vanno processati e condannati, mentre vanno sostenuti tutti prigionieri politici rinchiusi nelle squallide carceri indiane in sciopero della fame!! Altro che mail e proiettili mandati all'ambasciata indiana a "difesa" dei due rambo nostrani.

E' notizia di ieri il ricevimento di mail minacciose e una busta contenente un proiettile all'ambasciata indiana a Roma, notizia confermata da un portavoce Syed Akbaruddin. Naturalmente da parte indiana sono stati chiesti maggiori controlli e maggiore sicurezza per il personale operante nell'ambasciata, aggiungendo che aldilà del richiamo da parte dell'italia del proprio ambasciatore i rapporti fra i due governi sono ottimi e di massima collaborazione aggiungendo ancora, riferendosi al caso dei due marò italiani, che "in India quando una questione e' sottoposta al giudizio dei tribunali non e' opportuno per il governo formulare commenti".
Io aggiungo che atto terrorista è uccidere due persone innocenti e disarmate, terrorista è difendere due assassini, guidati da un istinto spavaldo e fascista, di una Marina Militare al servizio di grandi capitali visto che erano messi su una nave mercantile come cani da guardia. Questo per quanto riguarda la parte italiana.

Ma anche il governo indiano non è da meno perchè mentre tiene ai "domiciliari" in attesa di giudizio in suit di albergo e all'ingrasso i due marò, dall'altra parte uccide, stupra, tortura e distugge interi villaggi, intere popolazioni condannate alla deportazione o al massacro, da un operazione terroristico militare chiamata Green-Hunt. Un atto vile e terrorista, e da condannare su tutti i fronti, da partedel governo indiano che porta avanti una politica capitalimperialista al servizio delle grandi multinazionali degli Stati imperialisti nei quali figura anche l'Italia. L'operazione Green-Hunt è una vera e propria caccia all'uomo fatta di stermini di massa, di gente contadina di umini, donne, bambini! che vengono uccisi solo perchè non vogliono lasciare le loro terre o solo perchè non si piegano allo Stato fascista indiano.
Nello stesso tempo il governo indiano imprigiona compagni e compagne che vengono torturati, uccisi e nel caso di molte compagne violentate, seviziate prima di essere uccise o arrestate e dimenticate nelle carceri anni e anni (anche per 15-20 anni).
In tutto questo è bene ed è fondamentale però che il governo indiano stà trovando non pochi problemi nell'attuazione dei suoi piani perchè intere popolazioni guidate dai maoisti si oppongono con forza, arrivando a respingere gli attacchi dei militari.
La via maoista si stà affermando l'unica in  grado di poter contrastare questa dittatura mondiale del capitalismo e dell'imperialismo.
Inoltre c'è da dire che in molte carceri indiane migliaia di prigionieri politici sono ormai da mesi in sciopero della fame, atto innescato da una volontà della magistratura indiana complice dello stato di portare questi processi a tempi assolutamente assurdi. Un numero crescente di persone in attesa di giudizio - prigionieri politici in particolare - non vengono portate in tribunale per partecipare in prima persona al proprio processo. Dopo essere stati accusati di crimini e tenuti in carcere, i prigionieri a volte possono aspettare anni prima che vengano effettivamente giudicati; quando alla fine di tutto ciò potrebbero essere dichiarati innocenti, proprio come l'attivista Arun Ferreira di Mumbai la settimana scorsa, che ha sprecato quasi cinque anni della sua vita dietro le sbarre. La negazione della cauzione è un altro problema crescente per chi è sotto processo "La Corte Suprema ha dato indicazione diverse volte che la cauzione dovrebbe essere la regola, e la prigione l'eccezione, per coloro che sono indagati", ha detto Surender Gadling, un altro avvocato dei prigionieri politici del carcere di Nagpur. Ma, la cauzione viene sempre più negata ai prigionieri che, ripetiamo, restano in prigione per anni, mentre i loro processi vanno avanti a ritmo da era glaciale.
Il 20 gennaio 2014, attraverso il Sovrintendente della Prigione Centrale di Nagpur, è stato presentato un memorandum contenente le seguenti richieste e inviato all’Onorevole Primo Giudice dell’Alta Corte di Mumbai (sezione Nagpur) ed ad altri:
1. Le direttive della Onorevole Suprema Corte che “la cauzione è la la regola e la prigione l’eccezione” deve essere come un principio in materia di libertà su cauzione e la cauzione deve essere concessa entro un periodo di tempo definito.
2. Una volta registrata l’imputazione, anche agli accusati di presunti gravi reati deve essere concessa la cauzione.
3. Per garantire il diritto a un processo equo e rapido. La sentenza dovrebbe essere data entro un periodo di tempo relativamente certo e ragionevole. Se il caso resta pendente per qualche causa di forza maggiore, deve essere garantita la libertà su cauzione, in particolare a quei detenuti in attesa di giudizio a cui la cauzione è stata rifiutata in precedenza.
4. La prassi del processo per videoconferenza non può garantire il diritto ad un processo, quindi questa non deve essere un’opzione durante il processo e i detenuti processati devono essere fisicamente presenti davanti ai rispettivi giudici durante il processo.

In Italia a sostegno dei prigionieri in sciopero della fame ci sono state varie inziative in altrettante varie città come a Taranto, Palermo, Roma, Milano, Bergamo.

Invito tutti i compagni, i movimenti, i comitati a dimostrare il massimo sostegno alle popolazioni indiane colpite dalla forte repressione terroristica del governo, e il massimo sostegno a tutti i prigionieri politici indiani in sciopero della fame colpevoli di difendere i propri diritti e di non piegarsi ad uno Stato infame e vigliacco che uccide e tortura il proprio popolo in nome del capitalismo.
Diamo voce a questi compagni e organizziamo eventi che portino a conoscenza la barbaria dello Stato indiano. Su cui l'Italia, tanto solerte nel denunciare l'India per la questione dei marò, non dice nulla!

Francesco B.

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