La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha aperto un procedimento contro lo Stato italiano per non aver protetto la salute dei cittadini di Taranto, danneggiata dalle emissioni dell'Ilva.
Il procedimento si basa su denunce fatte da 182 cittadini di Taranto, 50 nel 2013 e il resto nel 2015, in generale familiari di cittadini morti o malati.
La base di questo procedimento è il rapporto “Sentieri” del maggio 2014. Parte di questo rapporto è pubblicato anche nel libro “Ilva la tempesta perfetta” - un libro che gira tutta italia e che dovreste leggere ed è difficilmente confutabile.
Non siamo ancora ad un processo e la procedura è ancora lunga. Ma il fatto è significativo.
La Corte di Strasburgo procede quasi per atto dovuto, data l'inconfutabilità delle denunce.
Nello stesso tempo siamo dentro un quadro europeo generale che mette sotto accusa lo stato italiano per l'Ilva, anche ad opera della Commissione europea per gravi problemi di inquinamento industriale e mancata protezione della salute umana,per sospetti aiuti di Stato
Un attacco concentrico, ma certo non disinteressato, che ha dietro, oltre che la situazione concreta, gli interessi degli altri grandi gruppi della siderurgia europea, in primis quelli della Germania, che approfittano della situazione per mettere in crisi ulteriormente un gruppo industriale concorrente.
Questa coincidenza di interessi tra padroni europei e denunce sulla salute e l'ambienteè oggettiva e non può e non deve essere negata, come invece esponenti ambientalisti fanno, presentandosi come i soli paladini della salute dei cittadini.
Ma, naturalmente, i fatti denunciati sono veri e confermati, anche se pure in questo casoviene oscurato e negato che i primi danneggiati sono gli operai che lavorano nell'Italsider prima e nell'Ilva che oggi e pagano in prima persona il capitale assassino e i padroni di Stato o privati esemplari come Riva, che sullo sfruttamento e sull'attacco alla salute e sicurezza dei lavoratori hanno fatto profitti, e Riva ha costruito un impero.
Quello che mette in luce la vicenda Strasburgo è la straordinaria centralità e importanza dell'Ilva nello scenario europeo e mondiale che oggi si arricchisce della pagina della svendita da parte del governo dello stabilimento ai grandi padroni della siderurgia mondiale, o aspiranti tali.
L'Ilva è la manifestazione conclamata del punto di arrivo della logica del capitale nello stadio imperialistico e nell'aggravarsi delle sue contraddizioni nella crisi, frutto delle sue stesse leggi.
Questo dato non viene però posto al centro dal movimento operaio e comunista né in Italia, né in Europa. Sono solo i comunisti maoisti a Taranto, in Italia e in Europa che conducono una battaglia coerente su questo.
I fatti sono però più duri della confusione ideologica, politica e analitica che attraversa il movimento e quindi la battaglia, anche approfittando dell'eco della decisione della Corte di Strasburgo, va proseguita.
Il libro “Ilva la tempesta perfetta” ne è uno degli strumenti più utili, e non solo in Italia ma anche in tutto lo scenario europeo.
Ma chiaramente l'azione dei comunisti è debole e monca se non si intreccia con l'ingresso pieno nella lotta di classe degli operai dell'Ilva che sono una grande e potente forza materiale se trovano la strada per emergere dall'oppressione del capitale, dello Stato, dei suoi governi, dall'aggressione della piccola e media borghesia che li mette sotto accusa e pone in contraddizione città e classe e dalla scimmia addosso, di cui gli operai non riescono tuttora a liberarsi, del sindacalismo complice, non solo di padron Riva e degli odierni commissari, ma che agiscono sistematicamente come puntello nelle file operaie dei governi e dello Stato.
Un'ultima considerazione è che chiaramente il procedimento della Corte di Strasburgo è un atto di denuncia dei governi che da Berlusconi a Renzi hanno solo tentato di nascondere la gravità della situazione e da Monti a Renzi hanno fatto una serie di decreti utili solo a favorire l'interesse generale dei padroni italiani, quando Riva è diventato indifendibile.
Il procedimento della Corte di Strasburgo ha coinciso con la ripartenza del processo di Taranto, dando obiettivamente un sostegno a chi in questo processo accusa padron Riva e complici di disastro ambientale e alle tante parti civili di questo processo.
Ma bisogna vedere l'altro versante della vicenda che non è invece favorevole a una gestione di classe della vicenda processuale. Vale a dire, quello di dare protagonismo a soggetti, evidentemente abili a gestire documenti, denunce e a districarsi nei meandri di leggi, istituzioni italiane ed europee ecc. e a seminare l'illusione che i giudici sono tutto, le masse in lotta niente. Quando invece vale è esattamente il contrario. La stessa Strasburgo non è cosa da lasciare ai giudici, o all'elettoralismo 'verde' o ambientalista.
Solo se operai e masse popolari, unite e autorganizzate intervengono con i loro strumenti di lotta questi processi potranno determinare, non certo la Giustizia, ma un aiuto nella strada della lotta contro l'intero sistema dei padroni assassini e dei loro complici.
La componente proletaria e autorganizzata presente nel processo intende, quindi, con decisione agire perchè questa “altra verità” si affermi.
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