lunedì 16 maggio 2016

Domani 17 maggio riprende il processo dibattimentale dell'Ilva - CHE SI TORNI ALLA VERA NATURA E SCOPO DI QUESTO MAXI PROCESSO

Domani, martedì 17, presso la Corte d'Assisi del Tribunale di via Marche, ore 9, riprende dall'inizio (per la 2° volta dopo il vergognoso scivolone di quest'inverno) il processo contro Riva e tutti i suoi complici. 
Vogliamo che vengano riconfermate tutte le parti civili, anche quelle che si sono presentate in corte d'assise, e che cambi nettamente il taglio finora assunto dai magistrati: che prevalga la serietà, la necessità di fare realmente questo processo a Riva e a tutto un sistema istituzional/politico locale e nazionale che ha provocato morti e devastazione aziendale, insieme al supersfruttamento degli operai; e non che ci si trascini in atti e passaggi burocratici, che servono solo a dare spazio agli squallidi avvocati degli imputati che hanno messo e metteranno mille zeppe per arrivare alla prescrizione. 
Gli avvocati dei Riva apparentemente esprimono nei loro interventi arroganza e si arrampicano sugli specchi, ma esprimono anche paura. Sono arroganti nell'imporre come fatto "normale", "sistemico" la loro legge; ma hanno paura, paventano il "pericolo" e loro stessi lo ingigantiscono parlando di "processo storico".
Bene. Noi vogliamo che il processo serva ai lavoratori e alle masse popolari, non solo di Taranto ma a livello nazionale, a rendere effettivamente concreto questo pericolo

Ma anche gli operai, i cittadini devono prendere sul serio questo processo. I Riva e i suoi complici devono assere condannati (almeno come è avvenuto alla Thyssen), e pesantemente, e devono risarcire le parti civili, e i loro soldi fatti sul sangue dei lavoratori e delle masse popolari devono essere realmente sequestrati e i loro beni espropriati per le bonifiche.
Ma soprattutto un andamento positivo per lavoratori e masse popolari del processo deve servire a dare un colpo, a mettere un punto fermo all'ingiustizia del sistema dei padroni, perchè aiuti la lotta per rovesciare questo sistema dei padroni. 
Ma questo è possibile se non si lascia fare ai giudici e se ne facciamo un processo popolare.

E' chiaro che il processo che riparte non è quello che serve e che vogliamo. E su questo riprendiamo i limiti principali del processo da un numero speciale di Proletari comunisti di quest'estate - MA CHI L'HA DETTO CHE NON POSSIAMO CAMBIARE IL PROCESSO IN CORSO D'OPERA?

(Dallo speciale di proletari comunisti):
"...Manca nelle carte un quadro effettivo delle principali vittime del sistema Riva, gli operai dell'Ilva che hanno pagato un alto tributo di sangue con diverse centinaia di morti sul lavoro, di ancora più numerosi morti da lavoro e con un numero sterminato di malattie professionali, certo solo in parte dovuti agli anni di Riva (dal 1995 in poi).

L'inchiesta non fa alcuna radiografia reale, né sembra avere voglia di un'analisi concreta che guardi la fabbrica dall'interno e non dagli effetti sull'esterno.

L'altra grave lacuna è il non vedere, o non essersi impegnati abbastanza, nel radiografare e colpire l'intero sistema al servizio dei padroni; vale a dire, la catena di governi e di ministri, per lunghi anni di centrodestra oltre che di centrosinistra, che hanno sostenuto e coperto Riva dall'inizio alla fine.

Dove sono i Ministeri dell'Ambiente e dell'Industria di Berlusconi – eppure Riva ha finanziato ufficialmente le campagne elettorali di Berlusconi; dove sono la Regione e il Comune precedenti a Vendola e Stefano fatti di uomini e personaggi notoriamente legati a Riva, i reati giustamente imputati a Vendola e Stefano sono comunque minori di quelli di cui si sono resi responsabili i loro predecessori.

Che dire poi del rapporto con gli organi di controllo verso i quali l'inchiesta appare quasi assente, quando è del tutto vidente che le violazioni all'interno della fabbrica e percepibili ad occhio nudo fuori dalla fabbrica hanno visto Ispettori spesso assenti o intervenuti solo su denuncia e e in generale con un impegno al minimo possibile.

Ma il vero buco nero dell'inchiesta sono i sindacalisti che all'Ilva di Taranto sono stati il puntello decisivo del sistema Riva, il supporto necessario per coprire la violazione sistematica delle norme di sicurezza in fabbrica e delle norme ambientali fuori dall'Ilva.

I segretari provinciali, divenuti poi politici, uomini delle Istituzioni o segretari nazionali di Fim e Uilm sono notoriamente personaggi corrotti e collusi. Come è possibile che l'inchiesta li abbia ignorati? Su quali specchi si possono arrampicare i giudici, così solerti a beccare con le mani nel sacco uno dei tanti funzionari, ma a non far nulla per portare a nudo i complici principi e davvero indispensabili dei padroni. Come si fa a non incriminare un Palombella e i suoi lacchè? Come si fa a non cercare le responsabilità dei segretari della Fiom che, al di là delle chiacchiere che va raccontando Landini e i suoi referenti Rappa, Stefanelli, sono arrivati fino all'emarginazione, espulsione degli unici delegati che hanno sollevato seriamente i problemi della sicurezza in questa fabbrica con le denunce e la lotta.

Per questo, se le dimensioni di questo processo appaiono massime e per tanti aspetti fin troppo evidenti, dal punto di vista di classe, dal punto di vista di chi questo sistema lo ha combattuto in tutti questi anni in fabbrica e fuori, questa è una inchiesta che dà vita ad un processo costituzionalmente non in grado di dare una giustizia reale, anche quella che le attuali leggi, limitate e di classe, questo sistema garantisce...


Per questo noi non abbiamo da unirci al “coro giulivo” dell'arcipelago ambientalista in cerca di notorietà, che vede l'albero del sistema Riva ma non la foresta e che non ha nessuna intenzione di mettere realmente in discussione il sistema del capitale, di cui la famiglia Riva è rappresentante, e il sistema borghese di cui la rete di relazioni complice è espressione, e meno che mai di utilizzare il processo per un “processo popolare” che contribuisca ad ispirare e a sostenere un'opposizione reale di operai, masse popolari che difendano nell'immediato con la lotta il lavoro e la salute e in prospettiva la battaglia per rovesciare l'intero sistema..."

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