Il 12 maggio vi è stata la visita della Commissione d'inchiesta parlamentare presieduta da Federico Gelli del PD,
all'hotspot, con seguito di audizioni in prefettura.
Torniamo sui risultati di questa Commissione e su quanto ha dichiarato il suo presidente, perchè è una dimostrazione lampante che lo scopo dell'inchiesta non è stato verificare il rispetto delle condizioni e dei diritti dei migranti, ma verificare se Taranto sta rispettando i diktat europei e del Ministro Alfano, di obbligo di identificazione e di respingimento.
La Commissione ha dichiarato: "la
gestione dell'hotspot di Taranto non presenta particolari
criticita'",
ma, in più, ha aggiunto che "bisogna
fare in modo che questi centri svolgano il loro ruolo di
identificazione, fotosegnalazione e smistamento e non si trasformino
in centri di permanenza
"
Per il resto - ha concluso . possiamo dire che l'hotspot di Taranto
svolge il suo ruolo bene. E' gestito dal Comune, ed e' una situazione
anomala ma positiva, con il coordinamento della Prefettura e il
supporto delle associazioni di volontariato..."
Quindi - ha detto sostanzialmente - Taranto svolge "bene" il ruolo del centro di dividere i migranti in chi può essere accolto e chi invece deve essere respinto.
Certo, ci sarebbe una "situazione anomala", ma pur di far funzionare l'hotspot si chiude un occhio o tutte e due, su più di una anomalia che sarebbe meglio chiamare illegalità; ne citiamo alcune: l'hotspot di taranto viene gestito dall'Associazione "Noi e Voi" senza che vi sia stato uno straccio di procedura di evidenza pubblica; il comandante Matichecchia nominato direttore dell'hotspot ha, almeno, altri due incarichi ufficiali, è comandante dei vigili urbani ed è consigliere dell'Amiu.
La Commissione ha confermato la linea della cacciata dei migranti che non provengono
da zone di guerra, ha detto: "Accogliere solo profughi e
rifugiati politici, gli altri non vanno solo respinti, ma
accompagnati nel loro paese d'origine...."; aggiungendo che
in questo lavoro di selezioni dei migranti in "buoni" e
"Cattivi" "un ruolo importante lo svolgono i
mediatori culturali, che si impegnano quotidianamente a far
comprendere ai migranti che giungono al Centro di accoglienza
tarantino quali siano, in realtà, le opportunità che gli si possono
prospettare approdando in Europa; questi piegano l'ostilità dei
migranti ai quali, gli scafisti suggeriscono di non lasciare impronte
digitali e generalità".
Dicendo,
quindi, che bisogna, come ha detto Alfano, comunque obbligare i
migranti a farsi identificare, anche con la forza o cacciandoli
dall'hotspot senza alcuna forma di prima assistenza, come è avvenuto
a Taranto. Inoltre, anche da queste dichiarazioni viene fuori che un ruolo chiave in questa
funzione bastarda lo hanno le cosidette "associazioni di
volontariato", che mentre non garantiscono consulenza legale e
assistenza psicologica - unico "punto negativo" accertato
dalla stessa Commissione - invece sono molto attivi nel "convincere"
i migranti a farsi identificare.
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