venerdì 20 maggio 2016

Commissione d'inchiesta sull'Hotspot di Taranto: "Bravi... 7+..."

Il 12 maggio vi è stata la visita della Commissione d'inchiesta parlamentare presieduta da Federico Gelli del PD, all'hotspot, con seguito di audizioni in prefettura. 
Torniamo sui risultati di questa Commissione e su quanto ha dichiarato il suo presidente, perchè è una dimostrazione lampante che lo scopo dell'inchiesta non è stato verificare il rispetto delle condizioni e dei diritti dei migranti, ma verificare se Taranto sta rispettando i diktat europei e del Ministro Alfano, di obbligo di identificazione e di respingimento.

La Commissione ha dichiarato: "la gestione dell'hotspot di Taranto non presenta particolari criticita'", ma, in più, ha aggiunto che "bisogna fare in modo che questi centri svolgano il loro ruolo di identificazione, fotosegnalazione e smistamento e non si trasformino in centri di permanenza 
" Per il resto - ha concluso . possiamo dire che l'hotspot di Taranto svolge il suo ruolo bene. E' gestito dal Comune, ed e' una situazione anomala ma positiva, con il coordinamento della Prefettura e il supporto delle associazioni di volontariato..."
Quindi - ha detto sostanzialmente - Taranto svolge "bene" il ruolo del centro di dividere i migranti in chi può essere accolto e chi invece deve essere respinto. 
Certo, ci sarebbe una "situazione anomala", ma pur di far funzionare l'hotspot si chiude un occhio o tutte e due, su più di una anomalia che sarebbe meglio chiamare illegalità; ne citiamo alcune: l'hotspot di taranto viene gestito dall'Associazione "Noi e Voi" senza che vi sia stato uno straccio di procedura di evidenza pubblica; il comandante Matichecchia nominato direttore dell'hotspot ha, almeno, altri due incarichi ufficiali, è comandante dei vigili urbani ed è consigliere dell'Amiu.
La Commissione ha confermato la linea della cacciata dei migranti che non provengono da zone di guerra, ha detto: "Accogliere solo profughi e rifugiati politici, gli altri non vanno solo respinti, ma accompagnati nel loro paese d'origine...."; aggiungendo che in questo lavoro di selezioni dei migranti in "buoni" e "Cattivi" "un ruolo importante lo svolgono i mediatori culturali, che si impegnano quotidianamente a far comprendere ai migranti che giungono al Centro di accoglienza tarantino quali siano, in realtà, le opportunità che gli si possono prospettare approdando in Europa; questi piegano l'ostilità dei migranti ai quali, gli scafisti suggeriscono di non lasciare impronte digitali e generalità".
Dicendo, quindi, che bisogna, come ha detto Alfano, comunque obbligare i migranti a farsi identificare, anche con la forza o cacciandoli dall'hotspot senza alcuna forma di prima assistenza, come è avvenuto a Taranto. Inoltre, anche da queste dichiarazioni viene fuori che un ruolo chiave in questa funzione bastarda lo hanno le cosidette "associazioni di volontariato", che mentre non garantiscono consulenza legale e assistenza psicologica - unico "punto negativo" accertato dalla stessa Commissione - invece sono molto attivi nel "convincere" i migranti a farsi identificare. 

Nessun commento:

Posta un commento