Sgombero
a Ventimiglia, via 50 migranti. No borders: «Una deportazione»
Ventimiglia - Il questore Leopoldo Laricchia lo aveva annunciato già domenica scorsa, all’indomani della visita del ministro dell’Interno Angelino Alfano: «I migranti saranno trasferiti da Ventimiglia». Ma l’operazione è arrivata comunque a sorpresa, nella tarda mattinata di ieri, nei modi e nella sostanza, sorprendendo anche i solidali del “Presidio No borders” che pure i migranti accampati a Ventimiglia li guardavano a vista da giorni. Ad essere accompagnati lontano dalla città di confine, sull’onda dell’imperativo dello stesso inquilino del Viminale, convinto che fosse necessario far comprendere «che da Ventimiglia non si passa», sono stati infatti una cinquantina di persone: 35 migranti respinti dalla Francia e 15 migranti rintracciati in città dalla polizia.
Radunati nel centro di cooperazione di Ponte San Luigi, la vecchia frontiera che domina dall’alto il più importante valico di San Ludovico, 50 extracomunitari sono stati fatti salire su due grossi pullman di linea presi a noleggio. E da qui trasferiti a Genova, insieme ad altrettanti poliziotti e carabinieri, prima della destinazione definitiva: i più “fortunati” nei “Cara”, i centri per i richiedenti asilo; gli altri, respinti direttamente al paese di provenienza o momentaneamente ospitati nei “Cie”, per le procedure di identificazione ed espulsione.
Un gruppo di profughi alla stazione |
Il pulmann scortato dalla polizia |
Parlano di veri e propri «rastrellamenti e deportazioni», i “No Borders”, che hanno annunciato per domenica una manifestazione di protesta contro il “Piano Alfano”.
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