Venerdì, 13 Maggio 2016 10:05
- Scritto da Fiom-Cgil nazionale
In data
odierna si è svolto un incontro tra azienda e organizzazioni sindacali per dare
seguito al comunicato inviato dalla FIOM CGIL di Taranto, in data 02/03/2016, ai
Commissari Straordinari e al Direttore di Stabilimento nel quale si richiedevano
delucidazioni riguardo ai picchi di diossine rilevati, nei mesi di maggio 2014,
novembre 2014 e febbraio 2015, dalla centralina ubicata nel quartiere
Tamburi.
Durante
tale incontro, al quale hanno partecipato l’ing. Labile (Direzione Dipartimento
AIA e Ambiente Ilva), la professoressa Zanetti del Politecnico di Torino e il
Commissario Straordinario Carruba, l’azienda ha cercato di chiarire quanto
richiesto dalla FIOM riguardo ai seguenti aspetti:
-
modalità di manipolazione, gestione e trasferimento delle polveri degli
elettrofiltri derivanti dal processo di sinterizzazione;
-
eventuali cause che hanno determinato i picchi di diossine a dicembre 2014 e
febbraio 2015;
-
potenziale esposizione al rischio dei lavoratori coinvolti.
Relativamente al primo punto, l’ing. Labile ha illustrato
le modalità di gestione delle polveri contenenti diossine provenienti dai filtri
MEEP, affermando che le stesse sono raccolte all’interno di big bags, trasferite
inizialmente nel deposito temporaneo presente all’interno dello stabilimento e
successivamente in discariche autorizzate per lo smaltimento definitivo così
come previsto dalla normativa vigente. Ha precisato che i mezzi adibiti al
trasporto delle polveri di diossine presso le discariche autorizzate non
percorrono il quartiere Tamburi, pertanto i picchi rilevati non sono
riconducibili a un’errata gestione del trasporto. Tale criticità era stata
sollevata anche da ISPRA la quale, con una nota inviata a fine marzo 2016, ha
richiesto a ILVA di conoscere il percorso previsto dai mezzi per il trasporto
dei big bags contenenti diossine presso le discariche esterne.
La
professoressa Zanetti ha affermato che, analizzando i dati presenti nella
relazione elaborata dall’ing. Onofrio, risulta evidente che “l’impronta
digitale” delle polveri raccolte al deposimetro esterno differisca in modo
particolare da quella relativa alle polveri campionate all’interno del sito
industriale, a quelle raccolte dai sistemi di trattamento emissioni e dalle
emissioni convogliate. La ripartizione degli omologhi nelle polveri raccolte nei
mesi in cui le centraline hanno rilevato i picchi, inoltre, risultano differenti
rispetto a quelle rilevate in tutti gli altri mesi dell’anno.
Relativamente al terzo quesito, l' azienda ha precisato
che sono in corso campagne di monitoraggio ambientale e personale, in
collaborazione con ARPA e ASL, al fine di verificare l’eventuale esposizione
professionale dei lavoratori a PCDD/F e inquinamento ambientale.
La
FIOM-CGIL ha colto positivamente la partecipazione all'incontro odierno del
Commissario Carruba, il quale, con la sua presenza, ha dato un chiaro segnale di
apertura nei confronti delle problematiche rilevate dalla scrivente
organizzazione sindacale in merito alla tutela dell’ambiente e della salute dei
cittadini e dei lavoratori. Ha inoltre dichiarato che le organizzazioni
sindacali saranno convocate per discutere di quanto richiesto dalla FIOM-CGIL in
data 29/04/2016, con una lettera indirizzata ai Commissari Straordinari, in
riferimento alle attività di bonifica di materiali contenenti
amianto.
La
FIOM-CGIL, pur ritenendo positiva l'apertura di Ilva verso le problematiche
riguardanti le questioni ambientali, attende i risultati del monitoraggio
effettuato da ARPA Puglia al fine di avere chiarimenti in merito
all'individuazione delle cause che hanno determinato i picchi di diossine
rilevati dalla centralina del quartiere Tamburi.
Segreteria Provinciale FIOM-CGIL Taranto
Rsu FIOM -CGIL ILVA Taranto
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