«Ieri si è consumata l’ennesima pagina tanto vergognosa quanto drammatica nei confronti dei lavoratori di Taranto Isolaverde». E’ quanto denuncia Salvatore Stasi (Cobas del Lavoro Privato) in una nota stampa che riportiamo integralmente.
Dopo l’incontro di venerdì 29 aprile tenuto in Provincia, durante il quale erano venute fuori, per l’ennesima volta, le palesi responsabilità politiche dell’attuale giunta provinciale nella disastrosa e drammatica vicenda di Taranto Isolaverde, sembravano essersi aperti i giusti spiragli finalizzati a salvare i lavoratori.
A quell’incontro erano presenti la Prefettura, le organizzazioni sindacali, l’on. Vico, il dott. Solito per la Dtl e la Provincia era rappresentata da Bitetti ed Azzaro, data l’assenza di Tamburrano. In quella sede le organizzazioni sindacali e lo stesso on. Vico avevano sottolineato le “manchevolezze” (eufemismo) dell’attuale Giunta, e c’erano state due richieste precise: ritiro dei licenziamenti ed un piano della Provincia (mai presentato) per il salvataggio dei lavoratori. Quindi si era deciso di tornare in sede di controversie collettive, aspettando la soddisfazione di tali richieste e Bitetti ed Azzaro avevano preso atto.
Ieri l’amara sorpresa quando il dott. Rochira, commissario liquidatore di Taranto Isolaverde, ha detto che la proprietà che nei giorni intercorsi non aveva cambiato una virgola rispetto le
proprie scelte gravissime scelte. Dunque nessun ritiro dei licenziamenti né alcun piano per salvare i lavoratori. La scrivente nel ribadire con forza la richiesta di dimissioni, vuole qui fare due conticini in tasca alla Provincia, perché ciò può identificarsi nella vera ragione dell’accanimento contro Isolaverde ed i suoi lavoratori.
Dunque la Provincia godrà di queste risorse: a) 2.800.000 euro rinvenienti dalla decisone del CIS di ristrutturare a proprio carico il Palazzo degli Uffici; b) 1.400.000 euro di residui del ciclo dei rifiuto più cartellonistica etc.; c) 5.000.000 di euro stanziati dalla Corbelli per Taranto in relazione alle bonifiche; d) inoltre entro giugno il Governo suddividerà le risorse per le Province previste in finanziaria (circa 500 milioni di euro) per la manutenzione strade ed immobili, e dunque sono prevedibile che per la Provincia di Taranto saranno disponibili almeno un paio di milioni di euro.
In totale siamo a circa ed oltre 10 milioni di euro di risorse per lavorazioni che dovevano e potevano effettuare i lavoratori di Taranto Isolaverde. Ovviamente con Isolaverde in liquidazione ed in fase fallimentare, si procederà, con queste risorse ad esternalizzazioni, senza alcuna garanzia per i lavoratori dato che sono licenziati, dunque disoccupati, e quindi negli appalti non si può inserire alcuna clausola di salvaguardia sociale.
Del resto, la Provincia non ha neanche applicato quanto era previsto in accordo prefettizio sottoscritto da tutti, quando i lavoratori erano ancora alle dipendenze di Isolaverde e potevano andare in distacco provvisorio presso altre aziende. Questo è accaduto nell’appalto delle pulizie e nel portierato presso le Università. Inoltre, ad esempio, si potevano spostare i lavoratori del controllo caldaie presso la partecipata del Comune in quanto la norma prevede il passaggio fra partecipate, ma oggi questi lavoratori sono licenziati e dunque il passaggio è impossibile: sicuramente anche questo servizio sarà esternalizzato.
Intanto i cittadini continuano a pagare non solo per il controllo caldaie, ma anche una serie di tasse e non ricevono alcun servizio: dove sono queste risorse? Certamente è più chiaro l’accanimento delle scelte politiche della Giunta Tamburrano/Pd finalizzate alla chiusura di Taranto Isolaverde ed al massacro di 215 famiglie.
Ma i Cobas non si arrendono, e oltre al ribadire la richiesta di dimissioni dell’attuale giunta Tamburrano/Pd (non gli permetteremo di utilizzare tutte quelle risorse a proprio piacimento), sono già in movimento per coinvolgere anche altri enti come la Regione, al fine del ritiro dei licenziamenti (ci sono 120 giorni per poterlo fare, come prevede la procedura) e costruire un piano serio di salvataggio dei lavoratori. Però è palese che ciò non potrà essere programmato con gli attuali amministratori.
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