martedì 16 luglio 2013

lo slai cobas chiede l'intervento del prefetto per rispondere positivamente alla lotta dei lavoratori appalti Eni

Sciopero Eni Taranto, stop autobotti


TARANTO - Continua oggi lo sciopero di 8 ore di tutte le ditte dell'appalto Eni, con presidi ai varchi delle portinerie della raffineria di Taranto, compreso quello di ingresso delle autobotti. Alla protesta, indetta da Cgil, Cisl e Uil, aderisce anche lo Slai Cobas per il sindacato di classe, che ha chiesto al prefetto Claudio Sammartino di convocare un incontro per «dare immediata garanzia di lavoro e salario agli operai, in sciopero e lotta da tanto tempo, e pretendere dall'Eni e dalle ditte interessate il rispetto di norme e contratti». I sindacati invocano il rispetto dell'accordo che prevede il mantenimento dei livelli occupazionali anche in caso di passaggio dell'appalto da una ditta a un'altra. È stata invece già dichiarata la mobilità per i 13 lavoratori della ditta Rendelin.

La polizia. «Mentre anche questa mattina nulla ancora si muove per arrivare ad una giusta soluzione per tutelare lavoro e salario dei lavoratori dell'appalto Eni che sono giustamente stanchi ed esasperati e stanno bloccando i tre varchi, la polizia interviene con intimidazione di repressione verso gli operai che pacificamente stanno presidiando il varco 2 dove passano le autobotti, rallentando il loro ingresso». È quanto denuncia Margherita Calderazzi dello Slai Cobas per il sindacato di classe in merito alla protesta dei lavoratori dell'indotto della raffineria Eni di Taranto. «Gli operai al varco 2 - aggiunge - in questo momento stanno seduti per terra, e chiedono il diritto al lavoro. Non ci deve essere solo il diritto alla produzione e agli utili dell'Eni, mentre agli operai viene perfino negato il diritto di vivere loro con le loro famiglie». I lavoratori chiedono la salvaguardia dei livelli occupazionali anche in caso di passaggio dell'appalto a nuove aziende. «Chiediamo al prefetto - conclude Calderazzi - di realizzare l'incontro con tutte le parti. Chiediamo al Questore e al Prefetto di non rispondere con la repressione ad una sacrosanta lotta dei lavoratori». In seguito alla protesta degli operai si è creata una lunga coda di autobotti sulla statale 106, all'ingresso di Taranto.

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