TARANTO
- Continua oggi lo sciopero di 8 ore di tutte le ditte dell'appalto
Eni, con presidi ai varchi delle portinerie della raffineria di
Taranto, compreso quello di ingresso delle autobotti. Alla protesta,
indetta da Cgil, Cisl e Uil, aderisce anche lo Slai Cobas per il
sindacato di classe, che ha chiesto al prefetto Claudio Sammartino di
convocare un incontro per «dare immediata garanzia di lavoro e salario
agli operai, in sciopero e lotta da tanto tempo, e pretendere dall'Eni e
dalle ditte interessate il rispetto di norme e contratti». I sindacati
invocano il rispetto dell'accordo che prevede il mantenimento dei
livelli occupazionali anche in caso di passaggio dell'appalto da una
ditta a un'altra. È stata invece già dichiarata la mobilità per i 13
lavoratori della ditta Rendelin.
La polizia. «Mentre anche questa mattina nulla ancora si muove
per arrivare ad una giusta soluzione per tutelare lavoro e salario dei
lavoratori dell'appalto Eni che sono giustamente stanchi ed esasperati e
stanno bloccando i tre varchi, la polizia interviene con intimidazione
di repressione verso gli operai che pacificamente stanno presidiando il
varco 2 dove passano le autobotti, rallentando il loro ingresso». È
quanto denuncia Margherita Calderazzi dello Slai Cobas per il sindacato
di classe in merito alla protesta dei lavoratori dell'indotto della
raffineria Eni di Taranto. «Gli operai al varco 2 - aggiunge - in questo
momento stanno seduti per terra, e chiedono il diritto al lavoro. Non
ci deve essere solo il diritto alla produzione e agli utili dell'Eni,
mentre agli operai viene perfino negato il diritto di vivere loro con le
loro famiglie». I lavoratori chiedono la salvaguardia dei livelli
occupazionali anche in caso di passaggio dell'appalto a nuove aziende.
«Chiediamo al prefetto - conclude Calderazzi - di realizzare l'incontro
con tutte le parti. Chiediamo al Questore e al Prefetto di non
rispondere con la repressione ad una sacrosanta lotta dei lavoratori».
In seguito alla protesta degli operai si è creata una lunga coda di
autobotti sulla statale 106, all'ingresso di Taranto.
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