Natuzzi, fabbrica assediata dagli operai
«Smantelleremo quel piano di tagli»
Presidio dei lavoratori e da domani «sciopero bianco»
Lo Sviluppo Economico convoca le parti venerdì a Roma
SANTERAMO IN COLLE - Tanta rabbia, per fermare Pasquale Natuzzi, colpevole
di «succhiare il sangue di questo territorio per investire altrove».
Alla Natuzzi, dopo anni di crisi e di cassa integrazione si sta
scivolando verso la perdita dei posti di lavoro. Gli operai dei diversi
stabilimenti murgiani hanno avviato sciopero e presidio, all'esterno del
quartier generale di Santeramo in Colle, in provincia di Bari. La
risposta immediata, viscerale, al piano di riassetto industriale («un
piano di dismissione, chiamiamolo con il suo nome», rintuzzano i
sindacati) cui il patron dei divani ha dato il via libera poche ore fa:
il piano che prevede la messa in mobilità di 1.726 dipendenti in Puglia e
Basilicata, su 2.700 occupati nel distretto murgiano.GLI APPUNTAMENTI - La più importante è quella di venerdì 5 luglio a Roma. Dopo le proteste dei sindacati e i timori delle istituzioni, il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato per venerdì 5 luglio, alle ore 11, un incontro sul settore. Una delegazione sarà a Roma e i lavoratori sciopereranno per due ore all'inizio di ogni turno, presidiando i cancelli di ogni stabilimento.
LA MEDIAZIONE DELLE DONNE - Una parte degli operai, supportata da alcuni rappresentanti sindacali di base, avrebbe voluto proseguire con lo sciopero a oltranza. Ma molte voci si sono levate contro questo inasprimento repentino della lotta. Soprattutto un manipolo di donne, operaie, alcune delle quali in servizio alla Natuzzi da vent'anni, ha fatto vincere la linea più prudente: «In fabbrica si va ma non ci si ammazza di lavoro». Quindi da oggi i dipendenti non in cassa integrazione torneranno a lavorare. Ma l'ordine non scritto che si sono dati è di rallentare la produzione. «Non facciamo un danno a noi stesse, ma al signor Natuzzi», la tesi vincente.
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