martedì 2 luglio 2013

Buona notizia. Sigilli al Tartarugaio. Ma chi nel giugno del 2012 ha dato l'OK a completare la struttura abbandonata?

Sequestrato il tartarugaio di Taranto vecchia, 14 indagati

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TARANTO – La notizia che da tempo aleggiava nell’aria si è concretizzata nella tarda mattinata di ieri quando i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Taranto hanno messo i sigilli al cantiere dove erano in corso i lavori per il centro di biologia marina o tartarugaio di proprietà del Comune di Taranto situato nella città vecchia. Le fiamme gialle guidati dal maggiore Giuseppe Micelli si sono presentati al direttore dei lavori con un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza firmato dal pm Enrico Bruschi. La misura dovrà essere convalidato dal gip entro le 48 ore successive. L’operazione del nucleo tributario della Finanza è il primo effetto di un’indagine aperta ad ottobre dello scorso anno che vede anche l’iscrizione sul registro della Procura di Taranto di 14 indagati tra titolari d’impresa, tecnici progettisti e funzionari del comune di Taranto. I reati contestati agli inquisiti sono l’occupazione abusiva di area demaniale marina, l’abuso edilizio e la carenza di autorizzazione paesaggistica. Al momento non risultano politici tra gli indagati.
La notizia circolata nel pomeriggio ha ricevuto il plauso del mondo ambientalista che da tempo aveva bollato la struttura come l’«ecomostro che non fa vedere il mare»: migliaia di metri cubi di cemento e ferro edificati su un terrapieno lungo i bastioni che affacciano sul mar Grande nelle vicinanze del molo di Sent’Eligio. Messo a gara dall’allora giunta Di Bello l’appalto fu aggiudicato ad agosto del 2004 per meno di due milioni e mezzo da un raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dalla ditta «Christian Color. Tra gli indagati figurano gli amministratori di tali società. L’investimento che rientrava nelle opere di rivitalizzazione della città vecchi denominato Urban, proveniva da fondi europei e regionali e in parte comunali. Dopo il dissesto del Comune l’opera subì un fermo rimasto in letargo sino a giugno del 2012 quando qualcuno ha pensato di completare la struttura già in piedi e abbandonata. La sospensione dei lavori è stata anche causa di un contenzioso tra l’impresa e il comune che ha dovuto rifondergli il danno per il mancato guadagno. L’intera iniziativa era stata fortemente richiesta dal mondo accademico. L’isola dei delfini (era questa la prima denominazione del tartarugaio), fu presentata dal professor Cosimo Sebastio, preside di Scienze della Maricoltura, al congresso europeo dedicato allo studio dei mammiferi marini, tenutosi a Valencia in Spagna.

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