Era
il 28 Novembre 1977 quando, a Bari, veniva ucciso a coltellate
Benedetto Petrone. Aveva 18 anni, faceva l’operaio ed era comunista. I
responsabili sono un nutrito gruppo di fascisti dell’MSI facenti
riferimento alla sede Passaquindici, quella sera usciti con mazze e
coltelli. L’agguato era premeditato.
Nella
giornata di ieri, come in ogni anniversario dalla sua morte, gli
antifascisti della terra di bari si riuniscono per un corteo in ricordo
di Benedetto, perché, fin quando esisterà, il fascismo sarà sempre
sinonimo di morte, perché oggi come ieri c’è necessità di non arrendersi
alla violenza squadrista ed alla politica della “lama”, perché di morti
ammazzati c’è ne sono troppi anche negli ultimi anni: solo quest’anno
Clement Meric, 19 anni e Pavlos Fyssas, 34 anni.
Ed
ecco che dalle ore 17.00 ci si dà appuntamento in Piazza Umberto tra
proiezioni, dibattiti e scambi di parole. Nuova buona parte della
composizione del corteo che si andrà a formare con giovani venuti per la
prima volta ad ascoltare la storia di Benedetto ed a sfilare per le
strade di Bari urlando “mai più fascismo”. Il corteo di circa 300
persone partirà attorno le ore 19.00 e vedrà protagonisti, tra gli
altri, un gruppo di ragazzi che durante il percorso reintitoleranno i
nomi delle vie con targhe per ricordare i nomi di altri compagni uccisi
dal fascismo, o le stragi di Lampedusa e di Stato oltre un gruppo di
Clown Army che per tutta la durata del corteo “marcerà” di fianco la
squadra mobile con agguati agli stessi fatti di clave e pistole ad
acqua.
La serata continuerà alle 22 a
Villa Roth occupata con un concerto antifascista di autofinanziamento
tra socialità, cena (antifascista anche lei) e voglia di continuare ad
esserci, resistere e rispondere colpo su colpo perché l’antifascismo è
una pratica quotidiana, vivendo le strade, contrastando la violenza
squadrista, mettendo i propri corpi e cuori davanti, costruendo un’altra
cultura oltre quella discriminatoria.
Ieri Bari ha dimostrando, ancora una volta, di poter ancora essere una città dedita alla Resistenza!
Bari, 29 novembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento