lunedì 11 novembre 2013

Cambio tuta - Riva e Fim, Fiom e Uilm devono essere condannati anche per estorsione verso glioperai

Non basta che Riva e segretari dei sindacati confederali vengano condannati per "truffa" per l'accordo del 15 dicembre 2011, devono essere condannati anche per aver con ricatto estorto le firme degli operai Ilva a un Verbale di transazione illegale. 
Questa imposizione di firma, con le pressioni dei capi annesse e connesse, per avere un'indennità che era un diritto degli operai - e che tra l'altro non era neanche a pagamento del tempo per il 'cambio tuta' e l'arrivo nel reparto - è stata l'azione più pesante e deleteria che ha praticamente impedito e frenato un rigetto a livello di massa dell'accordo del dicembre 2011. 
PER QUESTO L'AZIENDA DEVE ANCHE PAGARE PENALMENTE. 

MA DEVONO ESSERE CONDANNATI, COME E FORSE ANCHE PIU' DELL'AZIENDA, I SEGRETARI DI FIM, FIOM E UILM, perchè loro hanno permesso questo ricatto, loro l'hanno gestito con l'azienda, loro hanno intimorito gli operai che non volevano firmare. 
In questo senso, se il padrone fa il padrone, sono i sindacati che dovrebbero invece difendere gli operai e prendono soldi dagli operai che sono più bastardi.
E ALL'ILVA SONO COMPLICI DI TUTTO QUELLO CHE ACCADE DENTRO. 
PER QUESTO ANCHE FIM, FIOM E UILM DEVONO PAGARE PENALMENTE!

Questo aspetto, che è fondamentale, per affermare anche all'Ilva una linea sindacale di classe, viene, però, tenuto in sordina negli esposti che oggi, dopo due anni, vengono presentati da un lato dall'Usb dall'altro dal Comitato lavoratori cittadini Liberi e Pensanti (questi ultimi onesti che hanno detto pubblicamente che lo slai cobas subito dopo l'accordo aveva fatto l'esposto - mentre l'Usb si appropria del lavoro dello Slai cobas e pure dell'avvocato in maniera truffaldina). 
MA NON SI PUO' DENUNCIARE L'AZIENDA SENZA DENUNCIARE CONTEMPORANEAMENTE I SUOI SERVI!

Si porta a conoscenza un seguito all'esposto fatto dallo Slai cobas nel gennaio 2012, in quanto degli operai Ilva ci hanno fornito nuova documentazione che attesta il ricatto con cui si è imposto agli operai di firmare il verbale di transazione.



SLAI COBAS per il sindacato di classe

Sede legale v. Rintone, 22 Taranto – T/F 0994792086 – 3475301704 – slaicobasta@gmail.com

TA. 12.11.13
All. 2

Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA
TARANTO

OGGETTO: DENUNCIA su “accordo del 15.12.11” su cambio tuta dell’Ilva spa e imposizione ai lavoratori della firma di un Verbale di transazione.

La sottoscritta Calderazzi Margherita, coordinatrice dello SLAI COBAS per il sindacato di classe, unitamente all'operaio, che sottoscrive la presente, DENUNCIA.
Il responsabile legale dell'Ilva Spa, e i segretari di Fim, Fiom, Uilm firmatari dell'accordo del 15.12.13, per quanto di seguito segnalato:

Premesso che le violazioni segnalate in merito ai contenuti dell'accordo in oggetto citato sono stati già oggetto di denuncia a codesta Procura, la presente riguarda le modalità, a parere degli scriventi ricattatorie ed estorsive, con cui a seguito di tale accordo la Direzione dell'Ilva spa e le segreterie di fim, fiom, uilm, unitariamente hanno imposto ai lavoratori Ilva la sottoscrizione di un verbale di transazione, una sorta di “liberatoria” per crediti retributivi passati, presenti e futuri dei singoli lavoratori, quale condizione improrogabile per avere l'”indennità di presenza” (indicata informalmente come indennità tempo cambio tuta),
In merito a queste modalità impositive, che hanno avuto un esplicito segnale ricattatorio, e in merito alle modalità in cui gli operai sono state chiamati a firmare il verbale di transazione, a nostro parere in aperta violazione dei requisiti indicati anche dal codice civile, si consegna, in allegato, una registrazione, fatta da un operaio e ci si riserva di portare varie testimonianze di operai ilva.
Da queste testimonianze emerge che tanti operai hanno ricevuto da capi e dirigenti aziendali minacce di ritorsione sia sulle condizioni di lavoro che economiche in caso di rifiuto di sottoscrizione della “liberatoria”.
Questo clima fa sì che tanti operai sono stati costretti a ritirare ricorsi precedentemente fatti sul ‘cambio tuta’.

Per meglio chiarire quanto sopra forniamo ulteriori informazioni.

L’accordo del 15.12.11 ad un certo punto scriveva: “alla platea dei lavoratori di cui al presente accordo, con anzianità aziendale minima di cinque anni, pro quota per anzianità inferiori, condizionalmente alla adesione individuale all’accordo mediante sottoscrizione di verbale di transazione in sede sindacale, avente ad oggetto rivendicazioni inerenti la problematica regolamentata dalle intese richiamate, viene riconosciuta una una tantum forfettaria di euro 1.750 lordi che verrà corrisposta in 2 tranches: euro 1000 al 31.12.2011, euro 750 al 30.9.2012”. E l’accordo si concludeva con la precisazione: “resta inteso che l’intero accordo sarà applicato ai singoli lavoratori previa adesione individuale all’accordo stesso”.
All’accordo, quindi, viene allegato un “verbale di transazione ex art. 2113 cc in esecuzione dell’Accordo sindacale del 15.12.2011”, in cui si ribadisce “l’onnicomprensività del trattamento normativo ed economico in essere, ed attribuito – nei casi specificati – ulteriore erogazione economica, condizionata all’adesione individuale dell’intesa sindacale del dipendente interessato mediante sottoscrizione del verbale di transazione individuale con assistenza delle parti stipulanti l’intesa collettiva”.
E conclude affermando: “… i lavoratori dichiarano di non aver null’altro a pretendere da ILVA SPA per i titoli e le causali oggetto del presente accordo transattivo e per ogni controversia attuale o anche solo potenziale avente ad oggetto istituti di legge e contrattuali oggetto dell’Accordo sindacale del 15.12.2011..”.

Successivamente, viene indetto un referendum tra i lavoratori Ilva nei giorni 9-10-11 gennaio.
La Direzione Ilva in data 9.1.2012 affigge un “Avviso” che parla di “ipotesi di accordo relativa al miglioramento dell’efficienza e della produttività dello Stabilimento” e scrive che “in caso di esito positivo del referendum sarà disponibile un modulo attraverso il quale aderire individualmente al contenuto dell’accordo 15.12.2011 che verrà allegato al cedolino paga. Tale modulo debitamente compilato in tutte le sue parti, dovrà essere consegnato entro e non oltre mercoledì 25 gennaio 2012 al reparto di appartenenza unitamente alla copia fotostatica di un documento di riconoscimento in corso di validità”.
Nel modulo è scritto: “il sottoscritto… ritenendo di avere i requisiti previsti dall’accordo sindacale del 15.12.2011, dichiara di aderire individualmente allo stesso accettando la proposta transattiva formulata da ILVA Spa attraverso la sottoscrizione del verbale di transazione ex art. 2113 c.c. previsto in esecuzione dell’intesa”.
E’ la prima volta, a nostra memoria, che un accordo siglato tra sindacati e azienda per conto di tutti i lavoratori di una data realtà lavorativa debba avere una firma di transazione ai sensi dell’ex art. 2113 c.c. di ogni lavoratore, e non, invece, essere valido automaticamente per tutti i lavoratori e che gli importi vengano dati solo agli operai che firmano il “verbale di transazione” e agli altri No.
E’ evidente, a nostro parere, che trattasi di una forma di discriminazione tra gli operai. Di fatto una operazione truffaldina verso lavoratori che si vedono costretti a firmare una transazione mai da loro richiesta.
L’art. 2113 parla di “rinunce e transazioni che hanno per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti e accordi collettivi”.
Per un solo momento, potremmo anche considerare che tale sottoscrizione avrebbe avuto se mai un senso solo se richiesta ai lavoratori che avevano già avviato ricorso – ma, anche in questo caso, questi lavoratori avevano fatto il ricorso per il “riconoscimento retributivo del tempo cambio tuta”; mentre l’accordo del 15.12.11 parla di “premio di presenza” – quindi il Verbale chiederebbe, paradossalmente, anche ai ricorrenti una transazione su un oggetto mai rivendicato dagli stessi.
L’unica ratio, pertanto, della imposizione della sottoscrizione del “Verbale di transazione” è data dal fatto che l’azienda vuole impedire che i lavoratori possano rivendicare in sede legale, per il passato e per il futuro, il riconoscimento del diritto retributivo sul ‘cambio tuta’. Quindi, di fatto l’imposizione di questa “liberatoria” è una implicita ammissione che l’accordo sta violando “diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti e accordi collettivi”.
Che la sottoscrizione del “verbale di transazione” abbia un senso esplicitamente ricattatorio verso gli operai, ne danno prova denunce da parte di operai, secondo cui alcuni capi hanno sostenuto che chi non firmava, oltre a non avere il “premio di presenza” e l’una tantum, poteva essere oggetto di ritorsioni aziendali.
La sottoscrizione di questa “liberatoria”, inoltre, costituisce anche un pericoloso precedente che può agire in altre realtà lavorative, e pertanto potrebbe danneggiare non solo gli operai dell’Ilva, ma potenzialmente la certezza del diritto per l’insieme dei lavoratori.

Va inoltre sottolineato l'anomalia del clima che accompagna questo accordo. Mentre Fim, Fiom , Uilm lasciano nell’incertezza sui vari punti dell’accordo gli operai, è l’azienda, che, sostituendosi alle OO.SS., informa gli operai del percorso che dovranno fare per poter ricevere l’una tantum e il ‘premio di presenza’.
La stessa non attende neanche l’esito del referendum per far trovare nel ‘cedolino paga’ consegnato il 10 gennaio il modulo di adesione all’accordo; così come prima del referendum, e prima di verificarne l’esito, nell’Avviso esposto del 9.1.2012, la direzione aziendale scrive che tale modulo deve essere compilato e consegnato entro il 25 gennaio 2012, con un’evidente azione di pressione psicologica, e con un esautoramento, non considerazione di fatto dell’esito del referendum stesso.
Non solo, il referendum si svolge all’interno di un clima di pressione aziendale, di timori dei lavoratori di ritorsioni (cambio reparto, cambio turno lavorativo, ecc.), e soprattutto di assenza di assistenza sindacale, nonché di vere e proprie irregolarità: non c'è nessun rappresentante del NO al referendum né nella commissione elettorale né nei seggi in cui si tiene il voto, in tutte le fasi di esso – consegna scheda, votazione, conteggio dei voti, risultati finali; siamo inoltre in grado, se necessario, di produrre testimonianze su firme sostitutive, impedimenti di recarsi a votare, e soprattutto la non presenza durante le procedure di voto di circa un terzo degli operai aventi diritto al voto.

Per quanto riguarda poi la sottoscrizione del Verbale di Transazione, questa avviene non secondo le procedure indicate dal cc, ma violando la privacy del singolo operaio (l'azienda fa sottoscrivere convocando i lavoratori, fino a 200, in assemblea), impedendo ai singoli lavoratori di leggere il testo del verbale prima di apporre la firma. Gli operai, quindi, sono chiamati a firmare senza aver avuto la possibilità di conoscere i termini dell'accordo e della transazione, nè da parte dell'azienda, nè tantomeno da parte di Fim, Fiom, Uilm che non hanno fatto alcuna assemblea informativa, nè affisso nelle bacheche sindacali copia dell'accordo con l'allegato verbale di transazione. Quindi viene a mancare quanto prevede la legge: la massima garanzia che la persona firmataria abbia piena consapevolezza di quanto sta firmando.
SU QUESTO ALLEGHIAMO UNA TESTIMONIANZA DI UN OPERAIO DELL'ILVA.

Infine, segnaliamo che se un operaio, successivamente la firma della transazione volesse rinunciare all'una tantum previsto dall'accordo del 15.12.11, l'azienda continua nella sua azione ricattatoria, pretendendo di riprendersi l'una tantum tutta su un'unica mensilità salariale, lasciando all'operaio in busta paga solo alcune decine di euro.

Di tutto quanto sopra evidenziato sono stati attivamente corresponsabili i segretari di fim, fiom, uilm, firmatari dell'accordo del 15.12.11, sia per aver posto la firma del verbale di transazione come condizione per avere ciò che è un diritto oggettivo degli operai, sia per la loro attiva collaborazione con la direzione aziendale in tutta l'anomala e irregolare procedura, comprese le irregolarità da parte delle stesse OO.SS avvenute nel corso del referendum.

Per tutto quanto sopra esposto, premesso che la scrivente, il lav. De Nicola Antonio e altri lavoratori dell’Ilva Spa sono a disposizione per fornire chiarimenti e testimonianze,

SI CHIEDE:
  • di considerare illegittima e ricattatoria/estorsiva la sottoscrizione del Verbale di Transazione;
  • di accertare se il ruolo delle OO.SS. nella persona dei loro segretari sia da considerarsi collusivo alle violazioni di leggi e contrattuali aziendali.

Si chiede, infine, di conoscere l’esito della presente denuncia.

ALLEGATI:
un DVD con registrazione
lettera-testimonianza di un operaio Ilva

per SLAI COBAS per il sindacato di classe 
Coord. Calderazzi Margherita 

Per com. T/F 0994792086 – 3475301704 – slaicobasta@gmail.com



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