Ieri le lavoratrici, le studentesse, tante donne, disoccupate, casalinghe, anche artiste, hanno preso con tutta la loro carica, ribellione, forza la scena di Taranto, con, per la prima volta, lo sciopero delle donne!
Hanno iniziato le lavoratrici, in primo
luogo quelle più sfruttate e offese da lavori che non si possono
neanche chiamare tali, le lavoratrici delle pulizie, degli asili; poi
nella mattinata hanno portato tutto il vento fresco delle loro
ribellione e voglia di lottare le studentesse, dell'Ist.
professionale Cabrini che in maggioranza hanno fatto lo sciopero, poi
tantissime ragazze del Magistrale Vittorino da Feltre sfidando
l'intimidazione “del compito in classe”, del liceo Aristosseno,
del liceo Battaglini, dell'Ist. di ragioneria Pitagora dove
normalmente non riescono gli scioperi generali, ma anche la novità
delle studentesse Universitarie, come le ragazze di Giurisprudenza (e
siamo ancora in attesa di altre notizie dalle scuole).
La mobilitazione dello sciopero è
iniziata alle 7,30, in cui compagne del mfpr, lavoratrici delle
pulizie in sciopero hanno fatto un “giro” davanti alle 2 scuole
principali Vittorino e Cabrini, per dire uniamoci nello sciopero
delle donne, ci ammazzano, ci negano il futuro, ma come dissero le
ragazze di Brindisi nel corteo per la morte di Melissa “Noi non
abbiamo paura”, noi ci ribelliamo, vogliamo fare una rivoluzione
che cambi il cielo e la terra.
La combattività delle donne,
lavoratrici, studentesse ha sbaragliato le grigie donne (poche)
uomini (in maggioranza) del PD che si erano inventati un
volantinaggio per il 25 novembre davanti al Cabrini, ma in realtà
per sfruttare il 25 per parlare delle primarie... che miseria, che
ipocrisia...
Poi tutte, lavoratrici, disoccupate,
studentesse, ci siamo trovate in più di un centinaio in piazza
Immacolata. Qui la prima questione è stata: noi oggi, insieme a
tante altre donne, ragazze a livello nazionale, in tante città
(proprio allora arrivava da Bergamo le notizie di altre operaie
metalmeccaniche in sciopero), stiamo facendo un fatto nuovo, storico,
di rottura, che vuole pesare su padroni, istituzioni, governo, e
lancia un forte “Attenti!” agli uomini che odiano le donne”-
“noi non vi lasceremo più in pace!”. Ora dobbiamo continuare,
sulla piattaforma dello sciopero delle donne, e nelle scuole su
obiettivi decisi dalle studentesse, facendo in prima persona anche
una battaglia sul fronte culturale, ideologico perchè ora si può
fare con le ragazze in lotta; fuori dalla lotta è delega, rituale di
un giorno e noia...
Per questo in piazza oltre agli
interventi, si è cominciato a costruire una rete, con decine, decine
di donne, ragazze soprattutto che facevano la “fila” al tavolino
per dare i loro riferimenti.
Le lavoratrici hanno denunciato le
condizioni di estrema precarietà di vita e di lavoro, la mancanza di
lavoro, di case, ecc. che nega alle donne la possibilità di
indipendenza. Questo è anche violenza ed è alla base e alimenta la
condizione di oppressione, i femminicidi sulle donne. E di questo
sono complici le istituzioni, il Comune di Taranto che da un lato
parla di “azioni di sostegno e sensibilizzazione” contro le
violenze sulle donne, dall'altro le “ammazza” negando case,
contratti dignitosi negli appalti. Le donne disoccupate hanno
denunciato come in questa città per sperare in un lavoro bisogna
essere “criminali” perchè i padroni delle cooperative ricevono
finanziamenti da questo tipo di assunzioni...
Con questo spirito poi una delegazione
di lavoratrici/disoccupate è andata in prefettura, dove rompendo gli
schemi burocratici, abbiamo fatto una forte denuncia su un prefetto
“mezze maniche”, che non fa nulla in una città in cui le donne
sono inquinate, disoccupate, maltrattate, e pure muoiono o ammazzate
dai Riva o dagli uomini...
La sera, nonostante il tempo
inclemente, tutto il pavimento della piazza si è letteralmente
riempito di decine di striscioni, di una bella mostra artistica di
forte impatto visivo sulla violenza contro le donne, e di tantissimi
pannelli che descrivevano tutti gli aspetti di doppio sfruttamento e
oppressione delle donne. Poi tanta musica. Anche questa volta almeno
un centinaio di donne ha partecipato, ognuna portando altre; alcune
erano venute dal mattino, ma tantissime sono venute in serata, come
le donne che da tempo lottano per il diritto alla casa, come
compagne, democratiche, ecc.; anche vari uomini, tra cui operai
dell'Ilva, della Pasquinelli, giovani, ecc., per dire “avete
ragione”, “vogliamo sostenere la vostra battaglia”, e alcuni
dimostrandolo già con un “appoggio tecnico” in piazza.
Una piazza che nonostante l'improvviso
freddo e vento era “calda”. Mentre a poche centinaia di metri si
teneva una “fredda” assemblea paraistituzionale, con consigliera
parità, Pd, burocrate della Cgil, “esperti” che si vanno soldi
in televisione sulle uccisioni delle donne, sul fare a Taranto una
“casa delle donne” - di fatto non “delle” ma “sulle”
povere donne-vittime; una riunione in cui l'80% degli interventi
erano di uomini...
Ma tornando alla bella piazza
Immacolata, molta attenzione verso la mostra e anche in serata si è
continuato a tessere la “rete” con le donne venute, entusiaste
che vogliono continuare. Pure in serata vari interventi, in
particolare una compagna del quartiere Paolo VI che ha letto sue e di
altre donne riflessioni sui vari aspetti delle mille violenze contro
le donne; una lavoratrice che ha raccontato la recente lotta delle
pulizie con blocco del ponte, occupazione del Comune in cui le donne
sono l'anima più ribelle e decisa.
Un momento significativo e toccante è
stato l'intervento dell'attrice Monica Corallo che prima ha letto un
pezzo dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte” e poi un passo
del lavoro teatrale “I monologhi della vagina”.
Quindi la serata si è conclusa in
bellezza con dei video di lotta. Infine torte, anche queste in tema:
una che riportava l'immagine dell'operaia “We Can Do It” e
“sciopero delle donne”, l'altra con su scritto “MFPR”.
Le compagne del MFPR - Taranto
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