che purtroppo continuerà ad essere smentito dalla realtà di fabbrica, ILVA e ENI e non solo...
Gli operai morti, quelli feriti e intossicati, dentro una città inquinata e gassificata non trovano nell'aria fritta di questo protocollo nulla di concreto e reale.
Ma poi...
i governi dei padroni compreso quello di cui fanno parte i ministri presenti a Taranto hanno attaccato e ridotto i vincoli per la sicurezza sui posti di lavoro con i decreti "semplificazione" e "del fare" , così come sempre più deboli sono i poteri ispettivi;
i sindacati confederali condividono quotidianamente leggi e accordi peggiorativi sulla sicurezza - citiamo ancora l'accordo MOF che ha portato alla morte Claudio Marsella;
poi quanto ci sia da fidarsi di amministrazioni regionali, provinciali, comunali i cui capi sono inquisiti è facile comprenderlo.
Altre sono le proposte che vengono dai lavoratori, dalla Rete nazionale per la sicurezza che, giustamente dal loro punto di vista, ci hanno impedito di portare ai ministri con la zona rossa.
Ma certo non pensiamo che le nostre proposte possano essere accolte senza una vera mobilitazione di lavoratori e cittadini, che abbia il carattere di una rivolta.
Ma come diceva un pensionato questa mattina al breve presidio dello slai cobas - poi la pioggia ci ha costretto a sospenderlo - prima o poi la misura sarà colma e la corda si spezzerà e allora si vedrà che
a quei signori asserragliati in Prefettura non basterà la polizia e la zona rossa, per essere trattati come meritano: da assassini e complici di assassini per il profitto del padrone e del capitale in generale.
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