Ilva: interrogatori in vista
per Vendola e Assennato
TARANTO
– Il governatore della Puglia, Nichi Vendola (ipotesi di reato,
concussione aggravata), il direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio
Assennato (favoreggiamento personale nei confronti di Vendola), e l’ex
direttore dello stabilimento Ilva di Taranto Luigi Capogrosso
(associazione per delinquere, omissione di cautele e avvelenamento di
sostanze alimentari): sono tre figure di primo piano, tutte indagate,
dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici del
Siderurgico che hanno chiesto nelle ultime ore di essere interrogate
dalla Procura ionica.
In tutto sono 21 fino ad oggi gli indagati che hanno deciso di avvalersi di questa opportunità, anche se c'è tempo fino al momento dell’interrogatorio per rinunciarvi. L’inchiesta si è conclusa tecnicamente il 30 ottobre scorso con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 50 persone fisiche e tre società.
Ma questo atto non pone fine agli accertamenti
della Procura di Taranto. Alla magistratura del Lussemburgo è stata
inviata richiesta per rogatoria per saperne di piu su quali beni in
contanti, quote e altro contengano alcune società riconducibili alla
famiglia Riva, in particolare la holding Siderlux, alla quale farebbe
capo il 25% di Ilva spa.In tutto sono 21 fino ad oggi gli indagati che hanno deciso di avvalersi di questa opportunità, anche se c'è tempo fino al momento dell’interrogatorio per rinunciarvi. L’inchiesta si è conclusa tecnicamente il 30 ottobre scorso con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 50 persone fisiche e tre società.
Poi c'è tutto il capitolo su discariche di rifiuti e utilizzo dell’acqua da parte del Siderurgico che è stato stralciato dall’inchiesta-madre, tranne un paragrafo relativo all’uso del sito 'Mater Gratiaè, all’interno della fabbrica.
L’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per le discariche Ilva, che doveva essere licenziata a gennaio 2013, è ancora in alto mare e il gruppo istruttore procede a rilento.
Proprio sul tema-discariche è intervenuto oggi il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, replicando alle critiche mossegli nell’ultima puntata dalla trasmissione tv Report. "Da parte mia - ha spiegato in una nota – non c'è mai stato alcun favore ai Riva" e "non risponde al vero che io abbia autorizzato una discarica che metterebbe i rifiuti tossici e nocivi a contatto con la falda acquifera". Al contrario "è corretto – aggiunge - parlare di due discariche, una per i rifiuti pericolosi, una per i rifiuti non pericolosi. La costruzione di queste discariche non è stata autorizzata da me bensì da una legge votata dal Parlamento".
Polemica a distanza, invece, tra il governatore Vendola e il sub-commissario per l’Ilva ed ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi. Quest’ultimo, rifacendosi alla relazione fatta ieri da Vendola in consiglio regionale sul caso della telefonata con l'ex pr dell’Ilva Girolamo Archinà del luglio 2010, ha scritto che il dossier del governatore "contiene un errore grossolano: ignora il recepimento, nel 1999, della direttiva 96/61 Cee, che stabiliva per le diossine delle industrie il limite di 0.1 nanogrammi, altro che 10.000". La replica di Vendola non si è fatta attendere.
"La Regione Puglia – ha detto il governatore - è sempre disponibile ad un confronto tecnico con il sub-commissario dell’Ilva quando vuole", aggiungendo che le osservazioni tecniche contenute nella sua relazione volevano "ricostruire una dinamica legislativa e regolamentare che chiunque, con un pò di pazienza, potrebbe ricavare su un qualsiasi manuale di diritto ambientale".
In serata Vendola ha scritto ad Orlando chiedendo su questo punto una variazione dell’Aia rilasciata all’Ilva. Dopo le dichiarazioni del sub commissario dell’Ilva Edo Ronchi, in relazione alla possibilità che "l'applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili consentivano e consentono di stare a 0,1 nanogrammi" per quanto riguarda le emissioni di diossine e furani, Vendola in pratica chiede a Orlando che "le competenti strutture ministeriali vogliano porre in essere, con la necessaria tempestività, le azioni necessarie ad introdurre le opportune variazioni nell’Aia".
E mentre su Vendola si abbattono anche le critiche della Uilm sul contenuto della telefonata con Archina in cui il governatore parla dei sindacati ("Perchè tenta di accreditare, rispetto alla proprietà, una precisa sigla sindacale?" ha detto oggi il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella), la Procura si appresta a coordinare una serie di accertamenti su come l’Ilva in quasi due decenni abbia gestito le sue discariche, smaltito i rifiuti e utilizzato la risorsa-acqua.
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