TARANTO
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Fabio Riva un anno fa, quando il gip Patrizia Todisco firmò
l’ordinanza di custodia cautelare per il vicepresidente di
Riva
Fire, si rifugiò a Londra, dove peraltro si trova tutt’ora...
I
finanzieri, ascoltando i colloqui del vecchio e del nuovo
skipper
della famiglia Riva, apprendono che Fabio farà rientro in
Italia
soltanto dopo 8 mesi, quando le cose si saranno sistemate e
potrà,
dopo appena un mese di reclusione, tornare libero. I familiari
di
Fabio Riva ovviamente adottano mille cautele, temendo le
intercettazioni, e dunque cambiano spesso scheda sim
(acquistando
anche schede francesi), usano skype e adottano un linguaggio
criptico. È
la
figlia Alice, in particolare, a fare la spola con Londra per
trovare
il padre.
...Fabio Riva sfugge all’arresto nei giorni successivi a Capodanno 2013, quando passa alcuni giorni con i familiari sullo yacht di 60 metri ormeggiato a Beaulieu Sur Mer, località balneare poco distante da Nizza, raggiunta con il Tgv, il treno ad alta velocità francese partito da Londra...
...Fabio Riva sfugge all’arresto nei giorni successivi a Capodanno 2013, quando passa alcuni giorni con i familiari sullo yacht di 60 metri ormeggiato a Beaulieu Sur Mer, località balneare poco distante da Nizza, raggiunta con il Tgv, il treno ad alta velocità francese partito da Londra...
Oltre
a
tenere i contatti con il padre, Alice cerca anche di capire
cosa
accade in Ilva. I finanzieri intercettano i suoi colloqui con
il
lobbista-consulente Alberto Cattaneo. Secondo i militari, in
particolare, «Alice parla con Alberto Cattaneo di una nuova
figura
che dovrebbe affiancare Bruno Ferrante, una persona di fiducia
della
famiglia che allo stesso tempo è una figura pericolosa ma che
in
questo momento rappresenta la chiave della situazione».
Esasperata per la piega che l’inchiesta giudiziaria sta assumendo, la figlia di Fabio Riva invita a «essere più cattivi a livello giudiziario» e a denunciare i magistrati di Taranto «per danni economici» non ritenendo sbagliato nemmeno «fare un po’ di paura (riferendosi ai licenziamenti dei dipendenti dell’Ilva), passando prima per la mobilità».
Qualche giorno prima dell’arresto di Fabio Riva, i finanzieri intercettano una telefonata tra Giovanna Du Lac Capet (seconda moglie di Emilio) e il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante...
La seconda moglie di Emilio Riva svolge un ruolo molto attivo. Tiene i contatti con l’avvocato Marco De Luca, invita tutto lo staff legale a darsi da fare contro la Procura di Taranto («Mio marito si è stancato» ripete spesso), si sposta spessissimo, almeno così traspare dalle intercettazioni telefoniche, facendo la spola tra Milano, le Bahamas, Miami e Montecarlo... si procura il numero del vicedirettore del Giornale Nicola Porro e lo chiama per ringraziarlo per un articolo scritto contro i giudici di Taranto.
Esasperata per la piega che l’inchiesta giudiziaria sta assumendo, la figlia di Fabio Riva invita a «essere più cattivi a livello giudiziario» e a denunciare i magistrati di Taranto «per danni economici» non ritenendo sbagliato nemmeno «fare un po’ di paura (riferendosi ai licenziamenti dei dipendenti dell’Ilva), passando prima per la mobilità».
Qualche giorno prima dell’arresto di Fabio Riva, i finanzieri intercettano una telefonata tra Giovanna Du Lac Capet (seconda moglie di Emilio) e il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante...
La seconda moglie di Emilio Riva svolge un ruolo molto attivo. Tiene i contatti con l’avvocato Marco De Luca, invita tutto lo staff legale a darsi da fare contro la Procura di Taranto («Mio marito si è stancato» ripete spesso), si sposta spessissimo, almeno così traspare dalle intercettazioni telefoniche, facendo la spola tra Milano, le Bahamas, Miami e Montecarlo... si procura il numero del vicedirettore del Giornale Nicola Porro e lo chiama per ringraziarlo per un articolo scritto contro i giudici di Taranto.
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