La bonifica dell'Ilva è materia di contese e 'scarica barile' su dove trovare i soldi e chi la deve fare.
Qui ognuno li vuole (i soldi) ma nessuno li mette. E quindi niente si fa, nonostante piovano progetti.
Alcune affermazioni, però, sono ridicole. Bondi aveva chiesto che i soldi li mettesse la Cassa Depositi e Prestiti perchè ritiene che riguardino fatti pregressi. La Cassa Depositi e Prestiti risponde: "la gestione pubblica dell'Ilva è terminata nell'aprile del '95, dunque va esclusa una responsabilità della gestione dell'Iri".
E questa è una prima barzelletta. Poi nel corso della sua replica la Cassa Depositi e Prestiti dice che potrebbe anche far fronte agli oneri necessari, ma prima dovrà essere provata l'estraneità del gruppo Riva, cioè, praticamente, se i Riva vengono assolti, allora ci sarebbero responsabilità per la bonifica da òparte della Cassa Depositi e Prestiti.
Ronchi, a sua volta, dice che, appunto, per le bonifiche servono soldi. "La sola attività industriale - aggiunge - non basta a pagare le bonifiche". Quindi, l'Ilva ha avuto l'autorizzazione a produrre perchè potesse trarre dalla produzione i soldi per le bonifiche, ma in queste condizioni di produzione (e di mercato, diciamo anche noi), i soldi che si ricaverebbero non bastano, per questo Ronchi si unisce all'azienda, per chiedere cosa? Per chiedere di bloccare i sequestri dei beni di Riva, di dissequestrare i soldi già sequestrati. Quindi, che differenza c'è tra ciò che già dice Bondi per conto di Riva?
Quindi Ronchi è appunto un subcommissario, cioè un "sottoposto" di Riva.
L'unico risultato di questo agitarsi è che continuano a non esserci nè soldi nè bonifiche.
Nessun commento:
Posta un commento