domenica 2 giugno 2013

Accordo su rappresentanza: dal fascismo padronale al fascismo sindacale

L'accordo “storico” firmato da padroni e Cgil, Cisl, Uil, con l'appoggio anche della Fiom di Landini, è l'ennesimo grave attacco alle libertà sindacali, ai diritti dei lavoratori di scegliersi il proprio sindacato e i propri rappresentanti sindacali, ai diritti di approvare o respingere accordi/contratti nazionali, al diritto di sciopero.
E' il fascismo neocorporativo del sindacalismo confederale che si sposa e si unisce al fascismo padronale, partito dalla Fiat e da tempo in estensione in tutte le fabbriche e posti di lavoro.
Per Cisl e Uil è il compimento naturale del passaggio nel campo del padrone e del governo, da tempo in atto e che ha trovato nell'accordo Fiat il suo punto di maggiore consistenza.
Per la Cgil è la fine di un equivoco, di una falsa opposizione e di un rientro a pieno titolo nella gestione neocorporativa e neoconsociativa del sistema capitalista.
Chi invece vorrebbe ostinarsi a rimanere con un piede in due staffe è la Fiom di Landini che nei comizi si dice contro e nella prassi è a favore, e contribuisce a dare una base di consenso in quello che è e può essere l'anello debole del sistema e dell'accordo: le fabbriche.

A questo accordo si risponde con la lotta. Lo Slai cobas per il sindacato di classe è disponibile a partecipare e promuovere tutte le iniziative di lotta necessarie; là dove siamo presenti, dopo il necessario lavoro di informazione con volantini, incontri e assemblee, promuoverà scioperi, contestazioni e raccolte di firme contro l'accordo. Ma, naturalmente, pensiamo che soprattutto in fase di protesta dei lavoratori su lavoro, salari, diritti o in fase di applicazione pratica di questo accordo, sarà più possibile organizzare e sviluppare la protesta dei lavoratori.

Va detto, però, che noi non abbiamo mai accettato le attuali Rsu come forma democratica di rappresentanza dei lavoratori, e quindi non pensiamo che l'obiettivo è difendere l'attuale sistema; né tantomeno abbiamo mai avuto alcuna fiducia nella legge sulla rappresentanza espressa da questi parlamenti, questi governi.
Con questo accordo padroni e sindacati cancellano in realtà una vera rappresentanza dei lavoratori, e quindi la lotta deve essere per una vera rappresentanza dei lavoratori. E la vera rappresentanza che i lavoratori hanno potuto avere e riconoscere sono stati i Consigli di Fabbrica, ed è ad essi che bisogna tornare e per essi che bisogna lottare, qualunque sia il tempo necessario e costi quel che costi.
Non siamo, quindi, per rivendicare il mantenimento dell'attuale sistema, né possiamo dimenticare che alcuni sindacati di base pur di rimanere nell'attuale sistema hanno firmato accordi, fatto concessioni di principio e di pratica che, lungi dall'aver allargato la rappresentanza e portato a maggior democrazia sui posti di lavoro, sono stati e sono armi impotenti nella battaglia per la rappresentanza e il sindacato di classe.

Lavorare per difendere i diritti dei lavoratori, per una vera rappresentanza, per un sindacato di classe, significa rompere anche nel sindacalismo di base con queste logiche perdenti.


SLAI COBAS per il sindacato di classe
Coordinamento nazionale

2.6.2013

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